Sciopero «illegittimo». Ma il Clpt conferma il blocco del Porto di Trieste
La protesta Il prefetto: «Si configura come interruzione di pubblico servizio, quindi è perseguibile». I dipendenti dell’agenzia marittima Samer oggi andranno tutti al lavoro
La protesta Il prefetto: «Si configura come interruzione di pubblico servizio, quindi è perseguibile». I dipendenti dell’agenzia marittima Samer oggi andranno tutti al lavoro
«Quella di domani è una manifestazione presentata come sciopero. Non è stata convalidata dalla Commissione di garanzia quindi è una manifestazione non autorizzata. Si configura come interruzione di pubblico servizio, quindi è perseguibile». Dopo che la Commissione di garanzia ha dichiarato illegittimo lo sciopero dal 15 al 20 ottobre indetto dalla Fisi e al quale ha aderito il Coordinamento dei lavoratori del Porto di Trieste, ieri è intervenuto il prefetto del capoluogo giuliano, Valerio Valenti.
Ma sul blocco del Porto il Clpt non ha cambiato idea e Stefano Puzzer, il più intervistato da tutti i media come portavoce del Coordinamento, ieri pomeriggio commentava: «Questa è una dittatura. Si impedisce ai lavoratori di lottare. Se il governo non ritira subito l’obbligo di Green pass non molleremo di un millimetro». Ma ormai anche dentro quel fronte c’è qualche incrinatura: un altro esponente del Coordinamento, Sandi Volk, a sua volta autoproclamatosi portavoce, ha rilasciato una intervista a diverse testate dichiarando la disponibilità a sospendere ogni forma di protesta se il governo accettasse di posticipare al 30 ottobre l’entrata in vigore delle norme. Il governo però non ha la minima intenzione di cambiare rotta. E Puzzer insiste: «Nessuna trattativa».
Il Coordinamento, non avendo titolo per proclamare lo sciopero, per poter formalmente dichiarare il blocco del Porto si era appunto rivolto alla Fisi, Federazione italiana sindacati intercategoriali, con sede a Eboli (Salerno). Tra i leader della Fisi ci sono il noto medico no vax Dario Giacomini e Pasquale Bacco, in passato candidato alle elezioni politiche con CasaPound e sindaco a Bitonto con la Fiamma Tricolore.
Il sindaco di Trieste continua a tacere, così come continuano le frasi pilatesche di gran parte del mondo politico locale e solo da sinistra si sono infittiti gli inviti a non buttare via dieci anni di buon governo del Porto. Le trattative sono state evidenti anche se relativamente pubbliche: le preoccupazioni di chi lavora in Porto che si rovini una efficiente bella e prosperosa realtà sono palpabili. Gli appelli di terminalisti e operatori si sono susseguiti e già, per esempio, i lavoratori dell’agenzia marittima Samer hanno fatto sapere che oggi andranno tutti al lavoro.
Purtroppo l’immagine del Porto di Trieste si è già incrinata e le rotte marittime usuali stanno cercando di costruirsi alternative. Non è stata soltanto la carovana della Formula Uno, imbarcatasi in Turchia, a dirottare verso Marsiglia invece che arrivare a Trieste, anche la MSC corciere ha spostato il proprio porto di approdo a Marghera.
Sempre preoccupatissimo il Presidente dell’Autorità portuale Zeno D’Agostino che ha ribadito fino all’ultimo il suo orientamento alle dimissioni: «Venerdì mattina è probabile che davanti ai varchi ci sia molta gente che non c’entra niente con il Porto. Spero non accada nulla di grave. Io comunque aspetto sabato e domenica perché solo allora vedrò davvero quanti sono i portuali d’accordo con il Coordinamento. Ho sempre lavorato in situazioni di armonia se non addirittura affetto reciproco, se questo non sarà più il rapporto che i lavoratori hanno con me, me ne andrò».
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