Lavoro

Sciopero ex acciaierie, la ripartenza non c’è e neanche il governo

Sciopero ex acciaierie, la ripartenza non c’è e neanche il governoUn'immagine della protesta dei lavoratori delle ex acciaierie di Piombino

Piombino Il ministero del lavoro non si presenta al tavolo. Oggi in piazza Fiom, Fim e Uilm, con loro ci sarà Maurizio Landini

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 2 dicembre 2015

Impegni non rispettati, governoassente, produzione dei laminatori in calo. Basta e avanza per lo sciopero indetto oggi dai sindacati Fiom, Fim e Uilm, con appuntamento alle 9 in largo Caduti sul lavoro e comizio finale del segretario dei metalmeccanici della Cgil Maurizio Landini in piazza Gramsci, per protestare contro lo stallo nella reindustrializzazione delle ex Acciaierie di Piombino, oggi Aferpi dopo l’arrivo dell’algerina Cevital. Uno sciopero generale esteso a tutte le categorie: «Perché la questione della fabbrica – osserva sul punto il Prc piombinese – ha conseguenze su tutti i settori produttivi del territorio».

Nell’intera Val di Cornia gli animi si sono ulteriormente surriscaldati dopo la fumata nera dell’incontro «di verifica» al ministero dello sviluppo economico sull’attuazione del piano industriale di Aferpi, e degli impegni presi l’8 ottobre scorso sempre al Mise. In realtà il vertice è servito solo a presentare il nuovo management, a partire dall’ad Fausto Azzi, che ha illustrato un nuovo cronoprogramma, a cominciare dai lavori di smantellamento e dall’ipotesi di smontaggio dell’altoforno, a questo punto ad anno nuovo.

La Fiom ha messo in fila le ultime, non certo buone, notizie e ha tirato le somme: «Non possiamo che prendere nuovamente atto che gli impegni in termini sia di tonnellate laminate, sia dell’inizio, a fine novembre, dei lavori di demolizione previsti nel verbale del Mise, sia del rispetto dell’accordo sulla solidarietà, sono stati per l’ennesima volta disattesi. Così come appaiono in preoccupante ritardo sia la questione della nuova acciaieria che l’acquisto del forno elettrico».

Di qui la ribadita necessità dello sciopero generale, con la richiesta di Fim, Fiom e Uilm di rispettare il piano industriale, dalla siderurgia alla logistica fino al polo agroindustriale. Una chiamata che coinvolge anche il governo: «Deve rispettare e far rispettare quanto sottoscritto in sede istituzionale, a partire da una risposta univoca sulla questione del tfr dei lavoratori ex Lucchini».

Non solo: non è sfuggito che al Mise c’erano soltanto la sottosegretaria all’ambiente Silvia Velo e Giampiero Castano della gestione vertenze. Assenti invece il ministro (conf)industriale Federica Guidi e i rappresentanti dei ministeri del lavoro e delle infrastrutture, dai quali si attendevano risposte certe sulle previsioni dell’accordo di programma sulle reindustrializzazione dell’intero comprensorio. Compresa la realizzazione della strada statale 398 fino al porto, essenziale per dar corpo ai progetti della stessa Aferpi. Castano si è impegnato a organizzare un incontro al ministero delle infrastrutture, ed è stato annunciato un nuovo vertice al Mise. Intanto il nuovo amministratore delegato Azzi è andato in India per un contratto triennale con Jindal per la fornitura di semiprodotti. Ma il rientro in fabbrica di un numero consistente di lavoratori è stato rinviato. A data da destinarsi.

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