Sciopero alla Coop e nella grande distribuzione: «Contratto»
Oggi la protesta Federdistribuzione e le catene della cooperazione da ben 4 anni si rifiutano di trattare condizioni eque per i propri dipendenti. E in molti punti vendita sarebbero già stati assunti addetti sostitutivi per l'intera giornata
Oggi la protesta Federdistribuzione e le catene della cooperazione da ben 4 anni si rifiutano di trattare condizioni eque per i propri dipendenti. E in molti punti vendita sarebbero già stati assunti addetti sostitutivi per l'intera giornata
Alla Coop, tra gli associati di Ancc, Agci e Confocooperative, fino a quelli di Federdistribuzione, lo sciopero indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs proprio non va giù: per ovviare agli inevitabili disagi che potrebbero manifestarsi a causa della protesta di oggi, molti punti vendita si sarebbero attrezzati con personale sostitutivo. Alcune imprese – spiega la Filcams – stanno spostando addetti da altri negozi o reparti, assegnano quadri e direttivi in mansioni inferiori, assumono lavoratori in somministrazione e a tempo determinato, modificano i turni dei part time e mettono in riposo settimanale i delegati sindacali.
A spiegare i motivi dello sciopero, indetto proprio a ridosso delle feste natalizie, è Maria Grazia Gabrielli, segretaria generale Filcams: per quanto riguarda la grande distribuzione, «Federdistribuzione ormai da quattro anni impone unilateralmente l’applicazione di un regolamento associativo, residuo del precedente contratto nazionale scaduto nel 2013». L’associazione che riunisce i grandi marchi del carrello, non solo si rifiuta di trattare per definire un nuovo contratto, ma «si rende indisponibile anche ad applicare quello siglato con Confcommercio nel 2015, determinando per i dipendenti un danno retributivo e contributivo».
I sindacati manifestano anche «grande preoccupazione» per il contratto della cooperazione, scaduto ugualmente da quattro anni. «Nonostante i proclami di voler rinnovare – spiega Gabrielli della Filcams – le cooperative pretendono di trovare una mediazione tutta sbilanciata a favore delle imprese, partendo da un insostenibile arretramento dell’attuale disciplina del trattamento di malattia. Il nuovo contratto che vorrebbero le Coop peggiorerebbe diritti e retribuzione a fronte di un aumento salariale complessivamente più basso di quello di Confcommercio».
Ad aggravare ulteriormente la difficile situazione contrattuale, conclude la segretaria generale Filcams Cgil, contribuiscono le tante vertenze che coinvolgono i gruppi e le imprese del comparto distributivo, le procedure di licenziamento collettivo, le disdette degli integrativi aziendali, l’adozione unilaterale di nuovi modelli organizzativi, che, oltre ad avere determinato un preoccupante decremento occupazionale, hanno sancito un forte peggioramento delle condizioni di lavoro.
La segretaria Cgil Susanna Camusso punta l’attenzione su un altro punto, la «richiesta di riposo nei giorni di festa»: «Non c’è alcun bisogno di tenere aperti i centri commerciali a Natale o a Santo Stefano, a Capodanno o a Pasqua. Non è così nel resto d’Europa – spiega – Anche per questo è giusto lo sciopero del 25 e 26 dicembre dei lavoratori di molti centri commerciali, tra cui quelli di Oriocenter. E penso – conclude – che la loro lotta vada sostenuta anche dai consumatori, astenendosi dall’andarci e dal fare compere. Rimandare di un giorno un acquisto non costa nulla, per il loro lavoro può significare molto».
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento