Schlein, prove di intesa per le primarie. Orlando: «Con lei consonanza di toni»
Partito democratico La campagna congressuale e il gioco delle alleanze interne
Partito democratico La campagna congressuale e il gioco delle alleanze interne
Elly Schlein torna a Bologna per il convegno dell’associazione La Rosa Rossa, promossa dall’ex responsabile economia del Pd di Nicola Zingaretti Emanuele Felice, e ritrova quasi tutta la sinistra del partito, che alle prime battute della campagna congressuale era rimasta fredda di fronte alla candidatura dell’ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna. A cominciare da Andrea Orlando e poi Roberto Speranza, Giuseppe Provenzano (che si è già schierato dalla sua parte), il capodelegazione del Pd al parlamento europeo Brando Benifei e il sindaco di Bologna Matteo Lepore, che ha portato i suoi saluti e rivendicato la sua petizione per ribattezzare il Pd «Partito del lavoro».
Schlein domani prenderà ufficialmente la tessera del Pd, il che è un ulteriore tassello che serve ad accreditare l’immagine di queste primarie come percorso «costituente», cioè volto ad aprire una nuova fase per i dem. Anche se il padronme di casa Lepore su questo si è mostrato molto freddo e ha dato voce a chi dubita della natura rigeneratrice di questo cammino. «La costituente si sta dimostrando un pò una scatola vuota – ha detto il sindaco di Bologna – a parte la nostra petizione sul lavoro non vedo idee, quindi tanto valeva far subito le primarie».
«Quella di oggi è una giornata importante il 10 dicembre – ha esordito Schlein – È la giornata internazionale dei diritti umani, mi è parso particolarmente opportuno questo sforzo di legare questo tema a quello del modello di sviluppo attuale, di come è necessario che questo cambi, nel momento in cui ci rendiamo conto e persino troppo tardi che questo stesso modello di sviluppo economico, sociale e ambientale di impronta neoliberale è un modello di sviluppo che sta aumentando a dismisura le diseguaglianze di ogni tipo e al contempo se ne nutre». Così Elly Schlein, intervendo a un convegno su Capitalismo e diritti dell’uomo a Bologna. «Vorrei – aggiunge – che questo fosse chiaro perché le due cose non sono per forza legate ed è un modello che sta portando il pianeta sull’orlo di un collasso ormai quasi irreparabile». Per Schlein siamo «in forte ritardo rispetto all’inversione di rotta che dovrebbe riuscire a portarci a recuperare un equilibrio col pianeta».
Orlando non ha formulato un endorsement vero e proprio ma ha in qualche modo fatto capire che le diffidenze si possono ricomporre. «Apprezzo una consonanza di toni e accenti con Elly Schlein, ma ci confronteremo sulle piattaforme», ha detto l’ex ministro del lavoro. Poi ha parlato della necessità di «una forma di relazioni industriali che inglobi anche la rappresentanza del territorio». «Tutto questo segna una distanza siderale rispetto al dibattito che si sta sviluppando nella sinistra – ha proseguito Orlando – Segna anche il grande lavoro che dobbiamo fare per proseguire su questa strada. Ma io penso che se la sinistra non parla di queste cose non è semplicemente la sinistra».
Dal canto suo, Stefano Bonaccini ieri era a Bari ospite del sindaco Antonio De Caro. Qui era attesa l’esternazione del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Anche lui, non ha pronunciato un’investitura definita. Piuttosto ha lanciato la sua sfida al collega emiliano. «Te la senti di essere il segretario del Pd che parlerà del Mezzogiorno, che valorizzerà le nostre storie, che darà a tutti gli altri il coraggio di fare altrettanto? – gli ha chiesto – Se accetti questa lotta ti auguriamo di prendere in mano la responsabilità di questo paese».
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