Lavoro

Schlein lancia la settimana di 4 giorni: «Critiche dai 5S? Io combatto la destra»

Elly Schlein foto AnsaElly Schlein – foto Ansa

Pd La proposta per ridurre l'orario di lavoro

Pubblicato circa un anno faEdizione del 23 settembre 2023

Definisce come «l’ultima crudeltà del governo» l’idea di chiedere ai migranti una cauzione da 5mila euro per non essere trattenuti in un centro. Di più, in un’intervista a Fanpage, parla dell’ultimo decreto come il segnale del «fallimento delle politiche della destra sull’immigrazione». E rilancia l’idea di portare la settimana lavorativa di quattro giorni: «Dove è stata sperimentata si è visto un aumento di produttività». Poi avverte Beppe Grillo che l’aveva attaccata: «Capisco la competizione verso le prossime europee, il Pd è impegnato nell’opposizione al governo più a destra della storia repubblicana e lo fa con proposte concrete».

ELLY SCHLEIN ha passato così l’ennesima giornata a disegnare la sua idea di opposizione, lanciando una serie di segnali abbastanza eloquenti su quello che lei vorrebbe fosse il Pd. Un’idea che ovviamente non entusiasma la cosiddetta minoranza, i «riformisti» o presunti tali. Sui migranti, l’idea della segretaria ha del concreto: l’accoglienza diffusa, smontata pezzo dopo pezzo a partire dal governo Conte 1, quello con Salvini ministro dell’Interno. Poi c’è l’adesione a quanto detto giovedì da Mattarella sul trattato di Dublino («Preistorico», l’ha definito il presidente della Repubblica). «A livello europeo è la madre di tutti le ipocrisie – sostiene Schlein – perché blocca centinaia di migliaia di richiedenti asilo nel primo paese dove riescono ad arrivare». Il principio è che «chi entra in Italia entra in Europa».

COME FARE? Risponde Schlein sempre a Fanpage: «Bisognerebbe avere il coraggio di dire a quei Paesi che non vogliono la solidarietà sull’accoglienza che allora non possono avere i fondi strutturali. Non si possono volere solo i benefici di far parte dell’Unione, senza condividere mai le responsabilità che ne derivano”. É sulla settimana corta a parità di stipendio, però, che si è scatenata la bagarre. I renziani sostengono che la proposta rimandi alla Cgil (che la sostiene da un po’) e addirittura a Fausto Bertinotti (che lanciò l’idea in un’altra era politica), e aggiungono anche che il contestuale ritorno di Sergio Cofferati nel Pd sia l’inequivocabile segnale di uno spostamento del partito nell’area dell’estrema sinistra. Per la verità, la diminuzione dell’orario di lavoro è un tema che attraversa l’Europa in lungo e in largo: lo scorso aprile l’Igmetall, il sindacato dei metalmeccanici tedeschi, ha inserito la questione nella trattativa per il rinnovo dei contratti della siderurgia. All’interno del Pd, comunque, la settimana corta è destinata a far discutere non poco e il prossimo 5 ottobre, alle 14, è anche convocata la direzione del Pd e l’ordine del giorno riguarda delle «comunicazioni» di Schlein. La ex capogruppo al Senato Simona Malpezzi non apre né chiude, ma lascia intendere che sarà necessario parlarne: «La segretaria si deve fare garante della sintesi tra diverse posizioni. Questo è quello che succede nei grandi partiti. Sulla settimana corta, non posso dire di essere contraria alla riduzione dell’orario di lavoro a parità salariale. Ma poi esiste la contrattazione, che deve essere protagonista».

CONVERGE, in compenso, Giuseppe Conte, che si dichiara pure «contento» della cosa. Il leader del M5s ricorda poi come sia stato lui lo scorso 15 marzo a depositare una proposta di legge sulla riduzione in via sperimentale del tempo di lavoro senza tuttavia andare a toccare lo stipendio. «La dedicheremo a De Masi». In serata ha aggiunto, ospite di Tpi: «Tutti ci vogliono far litigare col Pd, non mi sentirete mai parlare male di Schlein, a meno che non faccia come Letta, che ci ha trattati da appestati». Poi un’altra stoccata: «Obiettivamente Schlein non è riuscita a togliere l’elmetto al Pd e questo ci divide».

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