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Schlein: la premier difende l’indifendibile

Schlein: la premier difende l’indifendibileElly Schlein – LaPresse

I guai del governo Le opposizioni contro Meloni, dopo la sua difesa di Delmastro e Santanchè: «Alimenta lo scontro coi magistrati» Gelo della Lega: nessun complotto dei giudici, se si arriverà alle dimissioni della ministra ne prenderemo atto

Pubblicato circa un anno faEdizione del 13 luglio 2023

«Un brutto spettacolo per il Paese: la premier difende l’indifendibile e riesce a dire tutto e il suo contrario». Elly Schlein non è per nulla soddisfatta dell’intervento – invocato da giorni dalle opposizioni – della premier sugli scandali che riguardano i suoi compagni di partito. «È evidente che ci sono due Meloni: una che rivendica con orgoglio le note di Palazzo Chigi che accusano la magistratura di fare opposizione. E l’altra che nega qualsiasi scontro con la magistratura. A me sembra molto grave che il governo a reti unificate attacchi la magistratura, aprendo uno scontro istituzionale».

«È davvero triste per il Paese – aggiunge la leader Pd- che dopo molti giorni di silenzio la presidente del Consiglio intervenga solamente per difendere i suoi sodali dalle inchieste giudiziarie che li riguardano». In particolare sul caso Santanchè: «Dice che non si tratta di una questione politica ma attacca frontalmente magistratura e stampa, senza una parola sulle gravi accuse nel merito di quanto sta emergendo attorno alla ministra del Turismo. Credo che non si possa affermare che non è una questione politica quando una ministra afferma il falso in Parlamento».

I dem sono convinti che l’affermata volontà della premier di non aprire un conflitto con la magistratura non corrisponda al vero: «Dopo la rivendicazione da parte di Meloni delle famose fonti di Palazzo Chigi (da cui era partito giorni fa l’attacco frontale ai magistrati, ndr) è evidente la volontà di aprire un conflitto», dice la vicepresidente del Senato Anna Rossomando.

Alfredo Bazoli, un moderato, rincara: «La premier accusa i giudici dei casi Delmastro e Santanchè di scelte politiche, e addirittura rivendica la nota di Palazzo Chigi con cui si accusava la magistratura di “svolgere un ruolo attivo di opposizione”, e di aver inaugurato “anzitempo la campagna elettorale per le europee”. È la conferma di una palese allergia di Meloni alla separazione dei poteri».

Duro anche il commento del capogruppo del M5S alla Camera Francesco Silvestri: «L’idea che una ministra non debba rispondere della sua attività imprenditoriale è del tutto impropria, e molto diversa da quella applicata dalla stessa Meloni in molte vicende del passato». «Sulla mozione di sfiducia alla ministra andremo avanti finché non se ne andrà», tuona Giuseppe Conte. «Il conflitto con i magistrati è stato aperto dal governo», dice il verde Angelo Bonelli.

E Riccardo Magi di + Europa: «Meloni si arrampica sugli specchi. Si augura che la politica resti fuori dal caso La Russa, ma dimentica che il primo politico a esporsi è stato proprio lui, assolvendo il figlio e minando la credibilità della ragazza presunta vittima di violenze. Su Santanchè è sufficiente aver mentito al Parlamento per chiedere le dimissioni».

Gelo della Lega sugli alleati di Fdi: «Se si analizzano i casi Santanchè e La Russa si evince che non c’è alcun complotto. Ci sono da parte della magistratura delle indagini: aspettiamone serenamente le conclusioni», dice il vicesegretario Andrea Crippa. «Nel momento in cui dovessero emergere da parte della magistratura delle evidenze su quello che è stato denunciato da alcuni dipendenti della Santanchè, è chiaro che mi aspetto che se ne assuma la responsabilità. E se si dovesse valutare da parte del premier l’inopportunità della sua permanenza nel governo, ne prenderemo atto».

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