Non sappiamo se il consiglio è venuto dall’amica armocromista, però la scelta di Elly Schlein di indossare una maglietta blu è parsa azzeccata. Si trattava di un capo “griffato” Fiom Bologna che le era stato donato nella sua visita al presidio della Saga Caffè di Gaggio Montano, sull’appennino bolognese l’anno scorso. La lunga vertenza è stata vinta grazie alla lotta delle lavoratrici che sono state quasi totalmente riassunte.

Con questa mise, Schlein ha percorso il corteo lungo tutta via Indipendenza scortata da un buon numero di parlamentari del Pd, incluso qualche impenitente ex renziano che votò il Jobs act. Tante mani strette, parecchi selfie. Perfino una donna con la bandiera del M5S si ferma e ricorda un incontro passato: «Ti ricordi quella volta in cui abbiamo parlato?». «Sì, sì, mi ricordo», dice lei, a favore di telecamere. Poi l’abbraccio prolungato e caloroso con Nicola Fratoianni, il segretario di Sinistra italiana che solo due anni fa tentò inutilmente di convincerla a guidare la lista Equologica.

Il feeling con la Cgil di Landini è comunque palpabile. E contestato esplicitamente dalla Fim Cisl con tweet che dà conto della stretta di mano fra i due, ribadendo «l’autonomia del sindacato dalla politica» e da alcuni manifestanti. Nel retropalco di piazza Maggiore non si erano mai visti tanti politici e tante fasce tricolori. L’abbraccio con la vicesindaca Emily Clancy e con il sindaco Matteo Lepore è il prodromo alle dichiarazioni.

«Siamo al fianco di questa mobilitazione per la piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil perché condividiamo molte di queste rivendicazioni e di queste battaglie» per «una nuova stagione del lavoro e dei diritti». Una presenza dovuta, continua Schlein, «soprattutto a pochi giorni dall’approvazione di un decreto che è una provocazione. Perché proprio il primo maggio, giorno di festa e di lotta dei lavoratori, nasconde dietro il taglio di un cuneo che è largamente insufficiente e temporaneo e non strutturale delle norme che aumentano la precarietà». Infatti, ricorda la segretaria Pd, «dice che i contratti a termine e le loro causali possono essere stabilite addirittura nel confronto tra le parti, come se le parti avessero uguale potere quando si siedono al tavolo. Non è così perché una delle due ha bisogno del lavoro per mangiare. Fare questa scelta vuol dire rendere i lavoratori molto più ricattabili». Continua Schlein: «Se negli occhi delle giovani generazioni vedo tanta paura di futuro è perché se hai un contratto di tre mesi che non sai se sarà rinnovato diventa difficile costruire una vita e una famiglia». E poi «c’è l’estensione dei voucher che è una delle forme di lavoro più precarie». Quindi «come Partito democratico noi scegliamo di essere qui, a fianco di questa mobilitazione e porteremo queste battaglie in Parlamento e nel paese», conclude Schlein.