Neanche il tempo di riprendersi dalla pesante sconfitta delle amministrative: oggi Elly Schlein affronta una delle questioni più spinose per il suo Pd. La segretaria vola a Bruxelles, dove incontrerà la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola, ma il centro della sua missione sono le questioni interne. Schlein vedrà i 16 europarlamentari del Pd che con l’occasione formalizzeranno la nomina di Brando Benifei a capo delegazione. Poi affronterà con il gruppo il voto sul piano europeo per rifornire di munizioni l’Ucraina. Un piano sul quale il gruppo si è già diviso quando si è trattato di votarne l’urgenza.

Il piano europeo da un miliardo di euro – «Intervento a sostegno della produzione di munizioni» – all’inizio del mese di maggio aveva provocato il dissenso di due eurodeputati Pd, che si erano distinti dal gruppo (Smeriglio contrario, Bartolo astenuto). Perché se la metà del piano che serve a stimolare l’industria bellica comunitaria a produrre munizioni per l’Ucraina è finanziata direttamente da Bruxelles, l’altra metà è di competenza dei singoli stati membri. Che, per com’è scritto il testo che sarà messo ai voti dopodomani, avranno la possibilità di utilizzare i fondi dei Pnrr nazionali e della politica di coesione. Su questo Punto il Pd è contrario, una nota comune a tutto il gruppo ha spiegato per tempo che i fondi del Pnrr non vanno distratti dalla loro funzione originaria che è quella del «recovery» post pandemia. Ma quello che Schlein dovrà cercare di evitare è che il gruppo si divida sul voto finale sull’Asap (Act in support of ammunition production), preso in mezzo com’è tra chi è pronto a criticarlo perché non sufficientemente a supporto dell’Ucraina e chi come il M5S lo incalza sulla linea del no alla armi.

Schlein nella sua visita a Bruxelles terrà anche un discorso all’intero gruppo dei Socialisti e Democratici. Per cominciare a mettere a fuoco il tema delle alleanze nel futuro parlamento europeo. Le elezioni del 2024 sono il più importante appuntamento politico, non solo per l’Europa, ma anche per il destino della nuova segretaria del Pd