Le riaperture delle frontiere interne della Ue stanno avvenendo in ordine sparso, ripetendo la confusione delle chiusure precipitate all’inizio della crisi del Covid. Schengen, che è un trattato intergovernativo (tra non tutti i paesi Ue e firmato anche da paesi non Ue) rischia di venire travolto, se la data del 15 giugno, indicata dall’Italia per una riapertura generalizzata, non verrà rispettata. Per il momento, addirittura, gli italiani sono i più penalizzati, trovano le frontiere chiuse più di altri.

LA COMMISSIONE, che ha pochi poteri in materia di frontiere e ha solo un ruolo di “coordinamento” di Schengen, chiede “linee direttrici” comuni, ma sembra predicare nel vuoto. Il 15 giugno avrebbe dovuto essere addirittura la data di apertura della Ue al mondo, ma molti ostacoli resteranno ancora persino per i cittadini Ue (con parziali eccezioni per i lavoratori e il business). Anche se l’economia preme: arriva l’estate, il turismo vale il 10% del pil della Ue (e occupa il 12% della forza lavoro). I soli paesi a non aver chiuso le frontiere sono la Svezia e l’Olanda. La Gran Bretagna fa tutto il contrario: aperta fino all’8 giugno, da quella data imporrà la quarantena (esclusa l’Irlanda).

LA GRECIA ha reso noto ieri una prima lista di 29 paesi a cui apre le frontiere dal 1° luglio (Germania, Cipro, i paesi dei Balcani, i Baltici) ma ha escluso l’Italia, anche se si impegna a rivedere la lista. Il 15 giugno riapre la frontiera tra Francia e Germania, una questione “essenziale” per il presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble. Del resto, la Germania dal 15 maggio effettua solo controlli aleatori alle frontiere e permette i viaggiatori di passaggio. Il 15 giugno la Francia riapre le frontiere Schengen, ha confermato giovedì il primo ministro Edouard Philippe, mentre il paese riprende vita poco per volta. La Spagna riapre il 1° luglio e vorrebbe un “meccanismo sicuro nella Ue” per evitare “discriminazioni e la frammentazione dello spazio Schengen”. Ma all’interno protestano le Baleari e le Canarie, che vorrebbe accogliere prima i turisti, almeno dalla Germania. Il Portogallo potrebbe aprire il 15 giugno, ma aspetta le decisioni spagnole (oggi la quarantena è imposta solo nelle Azzorre).

L’AUSTRIA ha già allentato i controlli per tedeschi e cechi, apre il 15 giugno ma non per italiani e sloveni. Dal 27 maggio, si circola liberamente tra Slovenia e Croazia, paese che da ieri ha aperto anche a Austria, Repubblica ceca, Ungheria e Slovacchia. La Croazia dal 26 maggio autorizza le entrate di proprietari di case e di barche. La Repubblica ceca, con Ungheria e Slovacchia, ha organizzato un mini-Schengen dal 27 maggio, mentre dal 26 ha aperto a tedeschi e austriaci, ma con test Covid obbligatorio.

La Polonia per ora non conferma l’apertura il 15 giugno, ma fino al 12 permette entrate controllate da Germania, Repubblica ceca, Slovacchia e Lituania. Estonia, Lettonia e Lituania si sono unite in una “bolla baltica” libera dal 15 maggio, mentre la Lituania rifiuterà ancora le entrate di cittadini provenienti da paesi che hanno più di 25 infetti di Covid ogni 100mila abitanti. L’Estonia ha messo la quarantena per italiani, spagnoli, belgi, svedesi e olandesi. La quarantena è obbligatoria anche in Irlanda (eccetto Irlanda del Nord) e dal 15 giugno impone test all’arrivo.

La Romania, che è candidata ad entrare in Schengen, ha stilato una “lista rossa” per Francia, Germania, Austria, Belgio, Spagna, Italia, Gran Bretagna, Olanda, Svizzera e anche Usa, Turchia e Iran, mentre Bucarest battaglia a Bruxelles per avere le frontiere aperte ai suoi stagionali nei vari paesi Ue. La Bulgaria apre il 1° giugno per Serbia e Grecia.

CONFUSIONE tra gli scandinavi, che bloccano gli svedesi (che non hanno imposto un confinamento obbligatorio). La Danimarca ha aperto alla Germania il 25 maggio e la Svezia ha protestato per “discriminazione”. Copenhagen permette però a svedesi, norvegesi, finlandesi, islandesi e tedeschi di entrare se in “coppia” con un o una danese (c’è stata polemica sul significato di “coppia”). La Finlandia resta chiusa fino al 14 giugno. La Norvegia (che è in Schengen) impone la quarantena e apre ai soli nordici il 15 giugno, ad altri “vicini” il 20 luglio. Il Belgio è chiuso.