Schegge di acid jazz, i Galliano tornano sul dance floor
Note sparse Rob Gallagher fa risorgere la band dopo 27 anni con un tour e un disco in uscita il 30 agosto dal titolo: «Halfway Somewhere»
Note sparse Rob Gallagher fa risorgere la band dopo 27 anni con un tour e un disco in uscita il 30 agosto dal titolo: «Halfway Somewhere»
Ai più sembrerà una semplice notizia di folklore, la solita informazione trascurabile nell’oceano di produzioni musicali che invadono il nostro paese in estate. Ma la firma indelebile a penna stilografica di Rob Gallagher segnerà a fuoco questa stagione, perché questa volta l’ha fatta davvero grossa.
Come li aveva mollati nel 1997 (a causa dei troppi problemi legati alla discografia in quegli anni), così ora, 27 anni dopo, li fa risorgere.
Tornano i Galliano ed è grande festa, il dancefloor torna a pulsare, il cultore riprende a godere. L’8 agosto saranno protagonisti al Locus Festival di Locorotondo e, il 30 dello stesso mese sarà disponibile il loro nuovo album: Halfway Somewhere che viene prodotto niente meno che dalla Brownswood del guru Giles Peterson.
Proprio lui, sempre lui, dj radiofonico, produttore musicale, cento ne pensa, mille ne fa, nume tutelare della scena dance e afro inglese, che nel 1990 li aveva messi sotto contratto per il loro esordio In Pursuit of the 13th Note, con la leggendaria Talkin’ Loud.
SAPERE della tappa italiana dei Galliano, qui in una formazione corretta con la grappa rispetto all’assetto originario con l’innesto in pianta stabile della voce della compagna di Gallagher, Valerie Etienne, è una folgorazione.
Un prisma di emozioni nuove e vecchie, un sogno a occhi aperti per chi ha vissuto gli anni d’oro dell’acid jazz inglese, e tiene bene a mente le alchimie sonore che fondevano cool jazz, reggae giamaicano, i Last Poets, il soul di Terry Callier, il rap dei ghetti neri, l’ardore dell’afrobeat e tutto quell’universo idiomatico lì.
Schegge di questo ritorno, a eccezione di un live acustico e semi sconosciuto di una decina di anni fa, ce ne sono state già nell’estate del 2023 quando apparve il loro nome nel cartellone dell’ambito Out Here Festival sempre firmato da Giles. Ma questa volta è diverso, sono tornati per rimanere, sono di nuovo tra noi perché il mutevole Gallagher (che dopo di loro inventò il progetto Tow Banks Of Four, l’alter ego Earl Zinger col quale ha avuto alti e bassi, anzi, altissimi e bassissimi), pare sia tornato a casa.
Anche perché tra trent’anni chissà chi ci sarà ad aspettarli di nuovo.
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