Originario di Wexford, cittadina un po’ più a sud di Dublino, sulla stessa costa che guarda verso la Gran Bretagna, John Banville ha un rapporto complesso con la capitale: quando era bambino, ogni 8 dicembre gli veniva concessa una gita per raggiungerla – racconta nel suo «quasi-memoir» accompagnato dalle foto di Paul Joyce,  Dublino La città nel tempo (traduzione di Irene Abigail Piccinini, Guanda, pp. 224, € 24,00) – e la città era per lui, allora, nonostante lo squallore degli anni Cinquanta, una meta favolosa. In inglese il titolo suona Time Pieces, alludendo alla natura rapsodica e proustiana di queste...