Sesto Empirico, incisione di G. F. Riedel, 1801, da: G. W. Zapf, Galerie der alten Griechen und Römer in Kupfer gestochen und herausgegeben von G. F. Riedel, Stoccarda, 1781-’83
Sesto Empirico, incisione di G. F. Riedel, 1801, da: G. W. Zapf, Galerie der alten Griechen und Römer in Kupfer gestochen und herausgegeben von G. F. Riedel, Stoccarda, 1781-’83
Alias Domenica

Scetticismo, sfida al luogo comune e al sapere sterile

Saggi divulgativi Da Pirrone a Sesto Empirico, da Cartesio a Hume, questa corrente filosofica è stata sempre attraversata da dibattiti e trasformazioni: Maria Lorenza Chiesara, , «Sette brevi lezioni sullo scetticismo», Einaudi
Pubblicato 7 mesi faEdizione del 10 marzo 2024

Negli ultimi tempi una scelta adottata dalle maggiori case editrici italiane pare essere la divulgazione: essa si è estesa dall’ambito scientifico ad altri saperi, in particolare alla filosofia. Qui la pubblicazione di esposizioni storiche, ma anche relative ai diversi settori filosofici, va di pari passo con brevi testi, non di rado e non a caso di impostazione analitica, vòlti a indicare in particolare concrete applicazioni etiche di dottrine filosofiche. In questo panorama va letto Sette brevi lezioni sullo scetticismo di Maria Lorenza Chiesara (Einaudi «Vele», pp.128, euro 12,00), il cui titolo riecheggia un fortunato volumetto adelphiano sulla fisica di qualche anno fa e segue, sempre nella stessa collana einaudiana, Sette brevi lezioni sullo stoicismo e Sette brevi lezioni sull’epicureismo di John Sellars. Di questo autore, che insegna Filosofia al Royal Holloway di Londra, Einaudi ha oltretutto da poco pubblicato, nella medesima collana, Sette brevi lezioni su Aristotele, in cui lo Stagirita, presentato come colui che ha posto le fondamenta soprattutto della scienza empirica e della logica formale, assume la veste di contemporaneo magister vitae che invita a praticare la curiosità.

Si capisce allora come anche Chiesara, già autrice per Einaudi di una Storia dello scetticismo, presenti ora le sue brevi lezioni – sulla base dei Lineamenti pirroniani e di Contro i professori di Sesto Empirico – come un modo di pensare e di vivere che consente di affrontare «il disorientamento, se non l’ansia, generati dalla molteplicità e contraddittorietà dei modi di apparire delle cose » (p. 3). Per Sesto Empirico ciò comporta tanto la disponibilità a indagare – sottolinea l’autrice – su ogni cosa, da cui deriva un atteggiamento mentale sospensivo, quanto l’avversione a pronunciarsi sulla realtà delle cose, unita alla cautela rispetto al modo di presentare le proprie posizioni, per arrivare infine a praticare l’imperturbabilità. Da qui, più specificamente, l’esortazione in primo luogo a esercitarsi nella skepsis, intesa come acquisizione di ragionamenti che consentano di imparare a contrapporre i modi diversi in cui le cose possono apparire; in secondo luogo a sospendere il giudizio sulle questioni poco chiare, infine a seguire in modo non dogmatico le indicazioni della vita ordinaria che portano beneficio, come ad esempio quelle delle technai.

Non a caso Chiesara sottolinea la differenza fra scienza, in particolare quella medica, visto che Sesto Empirico era medico, e pseudoscienza, di cui è esempio l’astrologia, richiamando così un tema popperiano ricorrente nei dibattiti pubblici italiani, soprattutto di orientamento scientista. Tutto ciò la porta a concludere che il metodo critico di Sesto Empirico è in grado di salvare dagli imbonitori, dalle indebite astrazioni dei dogmatici, dalle trappole del senso comune, dall’approssimazione e di indirizzare verso un confronto democratico che segua i criteri indicati da Bertrand Russell nei suoi Saggi scettici, rispettando in particolare le posizioni condivise degli esperti.

Va da sé che si tratta di lezioni riferibili a una linea storico-dottrinale ben precisa, nonostante il titolo del libro, ascrivibile al cosiddetto scetticismo mitigato di matrice humeana, in cui la critica radicale è mediata dall’accettazione di ‘verità’ adeguate alla vita ordinaria. Essa non esaurisce e non può esaurire certo la storia plurale dello scetticismo, una corrente filosofica di carattere etico ed epistemologico che si sviluppò a partire dall’età ellenistica con le riflessioni, tutt’altro che concordi, di Pirrone e di Arcesilao e che, forse non a caso, mai giunse a diventare una vera e propria scuola, presentandosi fin da subito quasi nella forma del dibattito. E in tale forma esso è giunto alla contemporaneità, seppur sulla base di presupposti diversi da quelli del suo esordio. Basti pensare come nello scetticismo dell’età moderna l’antica sospensione del giudizio – epoché – ceda il passo con Cartesio all’esercizio di un dubbio radicale, teoreticamente insuperabile poiché costruito ad arte, mentre tale radicalità venga mitigata da Hume. Per non parlare dell’età contemporanea dove il rilancio dello scetticismo in ambito anglosassone è stato tutt’uno con il fiorire di distinzioni, a partire da quella fra scetticismo globale, che investe l’intero ambito della conoscenza, e scetticismo locale, che riguarda soltanto ambiti specifici.

È una storia secolare che mostra come lo scetticismo rinnovi nel tempo il suo carattere di sfida al luogo comune e al sapere sterile che sembra ormai incapace di rigenerarsi, però con tutti i rischi, soprattutto in alcune versioni contemporanee sfruttate in senso scientista, di diventare a sua volta una nuova forma di dogmatismo.

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