È rimasto in silenzio per giorni, mentre divampava la crisi innescata dalle dimissioni da premier libanese imposte a Saad Hariri dall’Arabia saudita e proseguita con le minacce sempre più violente rivolte da Riyadh al Paese dei cedri. Ieri Hassan Nasrallah, il segretario generale del movimento sciita Hezbollah, bersaglio assieme all’Iran della rabbia dei Saud, è sceso in campo. Ha respinto le dimissioni che Hariri ha annunciato una settimana fa da Riyadh e proclamato che il primo ministro è detenuto in Arabia saudita. Ha negato con forza il coinvolgimento di Hezbollah nell’attacco con il missile – iraniano secondo americani e sauditi...