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Scelta civica: subito il dl «disbosca Italia»

Scelta civica: subito il dl «disbosca Italia»Il presidente del Consiglio Matteo Renzi

Governo Una proposta per tagliare le società partecipate

Pubblicato circa 10 anni faEdizione del 23 agosto 2014

In vista del consiglio dei ministri del 29 agosto che tra l’altro dovrebbe approvare lo «Sbocca Italia», Scelta Civica mette altra carne al fuoco, chiedendo a Renzi di mettere all’ordine del giorno un decreto legge da chiamare «Disbosca Italia». Si tratterebbe di tagliare immediatamente 1.500 società partecipate dagli enti locali.

Scelta civica – che ha illustrato la proposta sul suo sito – si basa sui dati illustrati dal procuratore generale della Corte dei Conti (il costo per lo Stato di queste società è pari a 26 miliardi, ha spiegato) e sul rapporto del commissario alla spending review Carlo Cottarelli («non riesco a trovare un termine migliore di ’giungla’ per descrivere il mondo delle partecipate locali», ha scritto sul suo blog) dal quale risulta che circa 1.300 società hanno un fatturato sotto i 100.000 euro, 3.000 hanno meno di 6 addetti e 2.123 neppure uno.

In particolare, Scelta civica chiede al governo di eliminare «in pochi mesi 1.500» approvando le seguenti misure: divieto per qualsiasi soggetto pubblico di mantenere partecipazioni in società non quotate nelle quali la presenza complessiva delle amministrazioni sia inferiore al 10%; la soglia complessiva per le nuove partecipazioni deve essere fissata al 20%; qualsiasi deroga deve essere autorizzata dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato, come propone Cottarelli. Qualsiasi partecipazione inferiore a queste soglie dovrebbe essere dismessa entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto.

E ancora, obbligo di dismettere, riassorbire o chiudere qualsiasi società con meno di 10 addetti alla data del 31 luglio 2014, o con un fatturato dell’ultimo anno inferiore ai 100.000 euro, sempre entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto. Quarta richiesta: obbligo per i comuni con meno di 30mila abitanti di sostituire con amministratore unico, sempre entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto, tutti i consigli di amministrazione delle società in perdita.

Altra misura proposta, una riduzione del 10% di tutti i trasferimenti dallo Stato centrale alle amministrazioni locali che non adempiano agli obblighi di trasparenza vigenti entro il 31 dicembre 2014 e non ottemperino agli obblighi di dismissione previsti dal decreto stesso. Infine la previsione, in caso di inadempimento, di sanzioni a carico degli amministratori delle società inadempienti e dei membri degli organi delle amministrazioni locali interessate pari al 20% della retribuzione lorda annua.

«In questo modo – conclude il partito – si potrà ridurre drasticamente il numero delle partecipate ben prima della scadenza del termine di tre anni che il presidente del consiglio si è proposto per ridurle da 8.000 a 1.000».

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