Faccio appello al popolo e al governo italiano per la loro solidarietà ai popoli di fronte alla grave situazione che vive il popolo del Brasile. Chiedo di pronunciarvi per la difesa dei diritti del popolo a vivere in democrazia.

Il Brasile ha subito un colpo di Stato istituzionale che ha deposto senza alcuna ragione la presidente Dilma Rousseff per procedere poi alla detenzione dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva e impedirne la candidatura alle elezioni presidenziali.

Sono riuscito a vedere Lula in prigione, dove è mantenuto isolato e senza alcun contatto con il popolo del Brasile. Lula è un prigioniero politico, questo è quanto ho manifestato pubblicamente il 13 agosto scorso alla riunione con la presidente del Superior Tribunal Federal, dott.ssa Carmen Lucia, esortandola a considerare l’incostituzionalità di mantenere in prigione un leader che non ha commesso alcun delitto.

Lula è stato condannato a 12 anni di carcere sotto l’accusa di «fatti indeterminati», senza che sia stata trovata alcuna prova del delitto di cui è accusato. Molte altre voci si sono pronunciate in questo senso, personalità, legislatori e giuristi lo affermano: è in prigione per aver lottato contro povertà e fame, per aver sottratto dalla miseria 36 milioni di brasiliani e brasiliane, per aver restituito loro la dignità come persone, insieme alla capacità di educarsi, di essere persone degne, di avere casa e lavoro.

Lula è un innocente in carcere e l’obiettivo è impedirgli di essere candidato presidenziale. Le elezioni in Brasile senza Lula sono una frode ed è ciò che cercano di portare a termine coloro che, con la complicità di giudici e legislatori, vogliono imporre politiche di austerità, capitalizzazione e privatizzazione a spese della vita del popolo; cercano di ricolonizzare il paese e oggi i fatti lo confermano con l’incremento di povertà, fame e repressione sofferti dal popolo del Brasile.

Il 17 agosto le Nazioni unite hanno esortato il governo brasiliano a concedergli il diritto di candidarsi e di avere libero accesso ai mezzi di comunicazione. Con la libertà e la candidatura di Lula sono in gioco non solo il ritorno alla democrazia e alla giustizia in Brasile, ma anche il valore delle sue politiche di governo nello strappare milioni di persone alla povertà, così come le sue politiche per unire i popoli fratelli con organizzazioni come Unasur e Celac che sono riuscite a proclamare l’America latina «zona di pace».

Lula è un grande costruttore di pace nel mondo e così il mondo lo riconosce. Per questo, con Rigoberta Menchu Tum, anche lei Premio Nobel, lo proponiamo al Nobel per la Pace. Vi ringrazio per tutto quanto potrete fare per il bene del popolo del Brasile e per la libertà di Lula: è un atto di Verità e Giustizia. Un forte abbraccio e i migliori auguri di forza e speranza.

*Premio Nobel per la Pace 1980

(Traduzione di Claudio Tognonato)