Giulia D’Angelo
Giulia D’Angelo nella sua Libreria del Mare a Roma
Editoriale

Addio a Giulia D’Angelo

Lutto al manifesto Ecco che la litania di brutte notizie che colpisce donne e uomini che hanno partecipato della nostra origine non finisce. Ieri è arrivata da suo figlio Marco la notizia, tristissima, […]
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 12 luglio 2024

Ecco che la litania di brutte notizie che colpisce donne e uomini che hanno partecipato della nostra origine non finisce. Ieri è arrivata da suo figlio Marco la notizia, tristissima, che sua madre Giulia d’Angelo è mancata il giorno prima. Era malata, è vero, e però avrebbe dovuto iniziare la chemio fra pochi giorni e niente faceva ritenere che la sua scomparsa sarebbe stata così vicina.

Giulia innanzitutto era bellissima, tutti noi abbiamo nel cuore il poster della federazione romana del Pci che la ritraeva in primo piano nell’immagine di non ricordo quale manifestazione mentre lei ormai non era più del Pci. Fu infatti una delle primissime aderenti al nostro Manifesto, una delle sue militanti più attive.

Era diventata la compagna di Luigi “Zizzi” Firrao, anche lui la stessa traiettoria politica, prima segretario del Pci a Viterbo e dirigente all’inizio degli anni ’50 delle lotte contadine dell’epoca, una grande stagione di occupazioni delle terre; poi fra i primi attenti e competentissimi compagni del Manifesto che studiarono gli effetti delle nuove tecnologie sul lavoro operaio.

Come dimenticare i suoi interventi-lezioni, quasi recite teatrali, sul disastro umano dell’organizzazione capitalistica del lavoro, la famigerata job evaluation?

Il rapporto fra Zizzi e Giulia fu spezzato nel modo più tragico e lo ricordo bene perché accadde un giorno in cui erano andati a stare a casa mia all’Argentario.

Zizzi era un appassionato del mare e un esperto di caccia subacquea, in quel maledetto giorno a metà degli anni ’70 mentre facevano in acque tranquille e molto domestiche una normale immersione non riuscì a tornare su, un piede stupidamente impigliato sul fondo in un ammasso di reti abbandonate; con Giulia poco distante ma ignara di cosa stava accadendo.

Ma Giulia D’Angelo proprio di mare aveva continuato ad occuparsi, lei che era stata una delle prime subacquee italiane: nonostante il trauma aprì e poi continuò a gestire la prestigiosa Libreria del Mare di Roma, tutt’ora diretta insieme a Marco, non solo una libreria ma un centro di cultura, incontro, di studio e di iniziative di lotta per difendere l’ambiente marino.

Mi viene quasi da scusarmi perché con tanta frequenza continuo a ricordarvi chi muore, ma ci tengo a farlo perché il Manifesto è stato non solo una impresa politica, ma anche un pezzo di storia umana comune molto significativa. Così originale nei suoi legami che quando erano più forti hanno reso meno fragile anche la voce stessa del giornale. E ovviamente quella di tutti noi.

Il funerale di Giulia D’Angelo si svolgerà venerdì 12 luglio 2024 alla Basilica di San Saba alle 15,30 in Roma

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