Scatole scomposte per Capossela
Note sparse Si intitola «Vinic-io» un volume dedicato al cantautore di Valerio Spada, suo fotografo di fiducia dai tempi del «Ballo di San Vito»
Note sparse Si intitola «Vinic-io» un volume dedicato al cantautore di Valerio Spada, suo fotografo di fiducia dai tempi del «Ballo di San Vito»
La ripresa del tour delle Canzoni della Cupa, in Ombra dopo la Polvere dell’autunno scorso, consente di aprire un capitolo non nuovo, ma pieno di sorprese, nel lavoro con la musica e le immagini che da molti anni Vinicio Capossela ha intrapreso; e pur non essendo una novità nel rapporto della musica con la fotografia e il cinema, l’uso che ne sta facendo da anni il cantautore sembra avere quel qualcosa in più rispetto ad altri analoghi progetti. Innanzitutto: è stata l’uscita del libro ad alto tasso di progettualità di Valerio Spada (Vinic-io (a cura di A. Tonti, Skira, euro 49), suo fotografo di fiducia dai tempi del Ballo di San Vito, a dettare nella forma di scatola apribile e volutamente scomponibile, i suoi contenuti narrativi. Facendosi, di volta in volta, lettura con un racconto inedito, movimento cinetico nello scorrimento di fotogrammi super-8 e cartoline panoramiche in cui misurare l’ampiezza del proprio patrimonio intertestuale.
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