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Scandalosa Mina nei racconti delle ragazze di Messina

Scandalosa Mina nei racconti delle ragazze di MessinaTindaro Granata «Vorrei una voce» – foto Lac/Masiar Pasquali

In scena Lo spettacolo di Tindaro Granata "Vorrei una voce", dalle storie di carcerate nel penitenziario siciliano filtrate dal canzoniere della diva cremonese

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 29 maggio 2024

Tindaro Granata è un attore originale, ogni volta diverso ma sempre efficace. Questa volta spiazza lo spettatore anche cantando: ma con la voce di Mina. Lo spettacolo che porta in tournée (è appena stato all’Elfo, con grandissimo successo, anzi vero entusiasmo da parte del pubblico) ha una storia più articolata e complessa di quelle correnti in teatro. Nasce infatti da una esperienza di spettacolo nato e coltivato in un carcere, quello femminile di alta sicurezza di Messina, dove è stato chiamato per fare un’esperienza artistica con le detenute da colei che abitualmente fa con loro teatro, Daniela Ursino. Si sono ritrovati, lui e loro, sul canto di Mina, idolo comune. In particolare, come traccia per i propri ricordi e le proprie esperienze, hanno preso un disco tratto da una serata rimasta famosa: quella del 23 agosto 1978, ultima esibizione della cantante in pubblico dal vivo, alla Bussola.

SULLE NOTE della tigre le donne del gruppo si sono raccontate, affidando poi all’attore la missione di portare in giro la loro esperienza, con tutta la forza del loro coinvolgimento in quel percorso coscienziale. È stato il figlio stesso di Mina, Massimiliano Pani, discografico, a farlo sentire alla cantante, che si è entusiasmata dando loro libero uso del suo repertorio. E quelle note sono ora percorso e controcanto delle storie che l’attore, solo sul palco (per ovvi motivi di sicurezza le donne del carcere di Messina non hanno potuto seguirlo) propone (e appassiona) ogni sera al pubblico, nello spettacolo Vorrei una voce. Un percorso di racconti e sentimenti che è come un flusso coscienziale, di cui Tindaro Granata si riveste, e commuovendosi quasi, tra storie e canzoni e ricordi, guida il pubblico in un viaggio tanto intimo quanto «scandaloso», quanto può esserlo ogni umanità se raccontata sinceramente.

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CON POCHI CAMBI d’abito, e una incrollabile energia fisica (oltre che vocale), l’attore fa sua ognuna di quelle storie, si mette in gioco in prima persona, si copre e si scopre, nella coscienza come negli abiti che cambia. Per lo spettatore può essere un viaggio quasi iniziatico, in quella quotidianità di dolore, fatica, bei ricordi, e qualche piccola vanità. Ma avendo come base le note e la voce di Mina, non c’è argine all’emozione, e anche al rischio di qualche immedesimazione, in quelle storie fascinose ma anche maledettamente umane. Una lezione di umanità appunto, ma guidati dalla voce di Mina, come in un bel sogno di un futuro diverso. Lo spettacolo è in tour, fra le date: domani a Castrovillari( Primavera Dei Teatri), 16 giugno a Narni Narni Città Teatro, 17 giugno a Pistoia Festival Teatri di Confine.

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