Il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio ha chiesto ieri di essere collocato in pensione con un anno di anticipo, la decisione comunicata ieri mattina al presidente Sergio Mattarella e poi, nel pomeriggio, al Comitato di presidenza del Consiglio superiore della magistratura. La posizione di Fuzio era diventata insostenibile: il pg ha proposto la sospensione senza stipendio del pm di Roma Luca Palamara, accusato dalla procura di Perugia di corruzione, subito prima che venissero diffuse le intercettazioni in cui rivelava allo stesso Palamara particolari sul procedimento partito a Roma da un’inchiesta sul lobbista Fabrizio Centofanti e poi finito per competenza ai magistrati umbri. Non solo, Fuzio ha anche discusso con il collega di corrente (entrambi Unicost) delle nomine alla procura di Roma e delle strategie da mettere in campo per portare alla vittoria Marcello Viola. Nonostante il pg si sia difeso affermando che Palamara lo ha atteso sotto casa, quasi «un agguato», e che si sia limitato a confermare fatti che il collega conosceva già, la sua funzione appariva compromessa.

Il vicepresidente del Csm, David Ermini, e il primo presidente della Cassazione, Giovanni, Mammone, ieri hanno tirato un sospiro di sollievo ringraziandolo «per l’alto senso di responsabilità istituzionale». Lo stesso apprezzamento era già arrivato da Mattarella. Il collocamento a riposo partirà dal 20 novembre, in modo da consentire che si proceda alla nomina del nuovo procuratore generale. In mattinata era stato l’ex presidente dell’Anm ed esponente di Area, Eugenio Albamonte, ha sottolineare: «Componenti del Consiglio che sono fortemente intaccati da una immagine che stride con il loro ruolo è evidente che non possono svolgere quella funzione in modo credibile».

Intanto, Fuzio ieri ha promosso l’azione disciplinare anche nei confronti di Cosimo Ferri, deputato del Pd ma magistrato in aspettativa, per il suo coinvolgimento «nel mercato delle nomine» venuto fuori con le intercettazioni del cellulare del pm romano. Lunedì prossimo il Csm si pronuncerà sulle istanze di ricusazione presentate proprio da Palamara nei confronti di due dei suoi giudici disciplinari: Piercamillo Davigo sarà sostituito da Loredana Miccichè mentre Sebastiano Ardita da Alessandra Dal Moro. Il giorno successivo è già fissata l’udienza sulla sospensione dalle funzioni e dallo stipendio di Palamara chiesta da Fuzio.