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Scandalo calcio internazionale

Scandalo calcio internazionaleDamiano Tommasi

Sport Il sindacato mondiale dei calciatori denuncia violazione di diritti, violenze e molestie.

Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 12 novembre 2016

Calciatori professionisti con pochi diritti, ricattati dai club, percepiscono gli stipendi con notevole ritardo e qualcuno gioca gratis con un contratto avallato dalla Federcalcio del proprio paese.
C’è di tutto nella denuncia della Fifpro, il sindacato mondiale dei calciatori al quale aderiscono 65 mila calciatori professionisti di tutto il mondo. Il fenomeno è così vasto che l’organizzazione mondiale delle associazioni dei calciatori, della quale fa parte l’Aic guidata da Damiano Tommasi ex capitano della Roma e della nazionale italiana, si appresta a pubblicare un dettagliato rapporto, risultato di un questionario che ha coinvolto 15 mila calciatori professionisti, sulla violazione dei diritti dei calciatori per quanto riguarda i contratti di lavoro stipulati, l’assistenza sanitaria, le violenze e le molestie cui sono oggetto i calciatori in Europa, America Latina, Asia e Oceania.

Due categorie

Esistono due piani differenti, denuncia il sindacato mondiale dei calciatori, uno riguarda le star del calcio, ingaggiate per intrattenere il pubblico, i cui stipendi oltre a essere consistenti vengono pagati con regolarità dai club in cui giocano, l’altro riguarda la gran parte dei calciatori poco famosi, ma ugualmente importanti nel gioco di squadra, i cui diritti sono sistematicamente violati, a cominciare dagli stipendi. Particolarmente grave è la situazione che caratterizza i campionati di calcio dell’Europa orientale, denunciata dai rappresentanti delle associazioni dei calciatori di Slovenia, Repubblica Ceca, Ungheria, Bulgaria, Malta, Ucraina, Bosnia-Erzegovina, Cipro, Romania, Turchia, Macedonia, Croazia, Serbia, Grecia, Polonia, Montenegro e Russia, recentemente riunitisi a Hoofddor, cittadina dell’ Olanda settentrionale, per fare il punto della situazione e approntare politiche comuni nei confronti dei club, assistiti dalla Federazione internazionale calciatori professionisti.

Nell’Europa dell’est

Il precedente rapporto, pubblicato dal sindacato mondiale dei calciatori, stimava che ben il 41% dei calciatori che giocano nei campionati dell’Europa orientale hanno registrato notevoli ritardi nel percepire lo stipendio mensile. Spesso, ha denunciato nell’incontro di Hoofddor Dejan Stefanovic, rappresentante dell’Associazione dei calciatori della Slovenia e membro del direttivo del sindacato mondiale dei calciatori, i giocatori sono pagati dopo il personale amministrativo. Poco rosea la situazione anche nel campionato serbo, dove molti giocatori, assistiti da quattro avvocati messi a disposizione dal sindacato dei calciatori, hanno dovuto faticare non poco per recuperare gli stipendi arretrati, secondo quanto denunciato da Mirko Podelica, rappresentante dell’Associazione serba dei calciatori intervenuto alla riunione promossa dalla Fifpro, il quale ha aggiunto che in Serbia la situazione sta ulteriormente peggiorando.

In Russia

Anche nella Russia degli oligarchi, che in nome dei proventi dei gasdotti comprano club ricchi e famosi in Europa, i calciatori non se la passano bene, come denuncia Vladimir Leonchenko, presidente dell’Unione dei calciatori e degli allenatori della Russia, che al meeting di Hoofddorp ha invocato un modello più sano, visto che negli ultimi anni sono stati numerosi i club falliti e scomparsi in Russia e i calciatori spesso sono rimasti senza stipendio.
In Slovenia, Romania e Repubblica Ceca, i giocatori hanno uno status di lavoratori autonomi e non come dipendenti dei club, perciò, secondo i rappresentanti delle associazioni sindacali, i calciatori hanno meno tutele. Sul tema, le associazioni dei calciatori dell’Europa orientale, hanno sollecitato l’Uefa a intervenire e applicare sanzioni ai club che non rispettano i contratti di lavoro dei giocatori, fino a vietare alle squadre morose di disputare le partite della Champions e dell’Europa League.

America Centrale 

Allarmante viene definita dal sindacato mondiale dei calciatori la situazione in America Centrale, dove al recente meeting sul tema svoltosi a Lima, l’avvocato Erick Ovalle, presidente dell’associazione dei calciatori del Guatemala, ha denunciato che la gran parte dei club dell’America Centrale non rispetta le norme contrattuali, in alcuni club non solo i calciatori hanno dovuto sottoscrivere contratti illegali, ma addirittura giocano gratis.

Secondo Ovalle, l’unico paese dell’America Centrale dove i calciatori hanno firmato contratti regolari è la Costa Rica, mentre in tutti gli altri paesi, El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua i giocatori risultano lavoratori autonomi e perciò privi di garanzie in materia di assicurazione, tutela della salute, orari di lavoro, ferie e pensioni. Alcuni contratti stipulati coprono una durata di sei anni, altri di appena otto mesi. Emblematico il caso del calciatore Nathan Garcìa Sandolen che nel Social y Deportivo Sayaxché giocava gratis e il cui contratto è stato avvallato dalla Federazione Calcio Guatemala. Ai giocatori che si ribellano ai club e invocano il rispetto dei loro diritti, secondo quanto ha denunciato Alexandra Gomez Bruinewoud, consulente legale del sindacato mondiale dei calciatori, i club rispondono obbligandoli ad allenarsi con le squadre giovanili, violando in questo modo non solo gli impegni contrattuali sulla retribuzione degli stipendi, ma anche il diritto dei calciatori ad allenarsi con giocatori dello stesso livello.

Didier Segastume

Il Guatemala ultimamente è stato investito di un caso molto grave che ha riguardato Didier Segastume, calciatore del Deportivo Charchà, squadra della Liga National, che allo scadere del contratto ha posto nuove condizioni economiche per il rinnovo, rifiutando quelle dettate dal club. Didier Segastume si è visto recapitare da due uomini una busta con una foto che lo ritrae con il figlio senza la testa. I due sono stati arrestati dalla polizia, ma si sono rifiutati di rilevare chi sono i mandanti, Segastume sospetta che i mandanti siano da cercare tra le persone legate al club e dopo aver presentato una denuncia al procuratore del Guatemala, il calciatore ha lasciato la squadra del Carchà.

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