Sblocca cantieri, Salvini querela sindacalista della Cgil. Il sindacato: «Quereli tutti i 5 milioni di iscritti»
Il caso Scontro durissimo sul rischio di infiltrazioni mafiose che potrebbe essere provocato dalla sospensione delle regole per due anni nei subappalti. Il ministro dell'Interno contro il segretario confederale Giuseppe Massafra della Cgil. Corso Italia: "Dovrà affrontare il problema". Solidarietà da parte delle associazioni Libera, Avviso Pubblico, Legambiente, Arci, Acli, Sos Impresa, Centro Pio La Torre e Gruppo Abele
Il caso Scontro durissimo sul rischio di infiltrazioni mafiose che potrebbe essere provocato dalla sospensione delle regole per due anni nei subappalti. Il ministro dell'Interno contro il segretario confederale Giuseppe Massafra della Cgil. Corso Italia: "Dovrà affrontare il problema". Solidarietà da parte delle associazioni Libera, Avviso Pubblico, Legambiente, Arci, Acli, Sos Impresa, Centro Pio La Torre e Gruppo Abele
Il vicepremier ministro dell’interno Matteo Salvini ha annunciato di volere querelare il segretario confederale della Cgil nazionale Giuseppe Massafra che, a seguito dell’emendamento al decreto legge «Sblocca cantieri» che deroga per due anni alla disciplina del codice degli appalti, avrebbe dichiarato: «Quella di Salvini non può più essere considerata una follia. È piuttosto un disegno lucido che regala alle mafie e alla corruzione spazi enormi di agibilità. Un disegno (…) che sta invece dalla parte della illegalità».
PER SALVINI II BLOCCO del codice «ce lo chiedono da anni tutte le imprese italiane» e ha sottolineato il fatto che rimarrebbe comunque il rispetto delle normative europee. A conferma è giunto ieri il sostegno del direttore generale di Confindustria, Marcella Panucci: «Valutiamo con favore la deroga per due anni e condividiamo la necessità di rilanciare gli investimenti pubblici».
«SE SALVINI VUOLE querelare 5 milioni di iscritti, quereli tutti ma non scappi dal problema e affronti la questione – ha risposto la Cgil – È sotto gli occhi di tutti – scrive la Cgil – che quei provvedimenti sono sbagliati. L’ha detto anche l’Anac che siamo di fronte al rischio concreto di aggravare talune criticità esistenti quali infiltrazioni criminali, violazione delle norme a tutela del lavoro. Nessuno della Cgil ha mai pensato che il ministro dell’Interno possa mai favorire o, addirittura, essere colluso con la criminalità organizzata. È singolare che dica che le leggi vanno bloccate o che servano condoni fiscali tombali. Il ministro dell’interno è quello che deve far applicare le leggi non che le sospende o che, inavvertitamente, le modifica in direzione sbagliata. Invece di buttarla in rissa, di sviare l’attenzione, affronti i problemi, entri nel merito delle questioni, cambi le leggi sbagliate che, come tutti dicono e sanno, agevolano le mafie e i comportamenti criminali».
FERMA CONDANNA dell’annuncio della querela è arrivata dalle associazioni Libera, Avviso Pubblico, Legambiente, Arci, Acli, Sos Impresa, Centro Pio La Torre e Gruppo Abele: «La proposta di emendamento che prevede una sospensione sperimentale delle disposizioni in materia di appalti pubblici è una scelta sbagliata – spiegano le associazioni – inaccettabile dalle forze politiche e sociali che considerano le regole come strumenti di tutela, di controllo e di garanzia dei diritti, in primis quelli del lavoro. Una proposta da rispedire al mittente. In nome di investimenti e cantieri senza freni, si aprono grandi spazi per gli affari delle mafie e della corruzione, precludendo ogni forma di trasparenza e di prevenzione».
Uno scontro durissimo con tutti i sindacati che hanno protestato a piazza Montecitorio nel corso di questa settimana che inizia a produrre incrinature e dubbi anche nella maggioranza. Sulla liberalizzazione dei subappalti il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra (Cinque Stelle) sostiene che «il subappalto è il grimaldello preferito dalle mafie per entrare nei lavori pubblici. Lo dimostrano tante inchieste giudiziarie. Come si può proporlo?». Conte ha provocato a rallentare lo scontro: «Gli emendamenti delle singole forze politiche dell’esecutivo li discuteremo a Palazzo Chigi».
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