Economia

Sbilanciamoci! 15 proposte per la giustizia climatica e sociale

Sbilanciamoci! 15 proposte per la giustizia climatica e sociale

Legge di bilancio Un progetto ambizioso per cambiare l'architettura economica dell'Unione Europea. Per il momento si può iniziare dal taglio dei 19,3 miliardi di euro in sussidi ambientalmente dannosi. La stima è del ministero dell’Ambiente. In un anno si potrebbero ottenere 1,9 miliardi per un «Green New Deal». L'obiettivo è contenuto anche nel decreto clima del ministro dell'ambiente Sergio Costa: Sbilanciamoci avanzata ipotesi concrete

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 27 settembre 2019

«Sbilanciamoci», la rete che accoglie 42 associazioni, ha pubblicato 15 proposte di politica economica alternativa in vista della presentazione dell’aggiornamento del documento di economia e finanza (Def) lunedì prossimo. Si ipotizza una legge di bilancio di 44,6 miliardi di euro, 23 dei quali per sterilizzare le clausole di salvaguardia, 14,6 per realizzare un piano di investimenti per un «Green New Deal», l’istruzione (2,6 miliardi annui per la scuola, 3,1 per l’università); il welfare, l’accoglienza e l’inclusione dei migranti; 4 miliardi per la riduzione delle tasse ai primi due scaglioni di reddito, oltre a 3 miliardi di spese indifferibili. Le risorse possono arrivare dai risparmi sul «reddito di cittadinanza» e «quota 100» (5 miliardi); 12 miliardi di flessibilità dalla commissione Ue; 115 da una riforma fiscale ispirata alla progressività oltre che dalla tassazione di patrimoni e dalla lotta all’evasione; 5 miliardi dalla riduzione delle spese militari e dalla cancellazione degli F35; 1,9 dal taglio delle grandi opere inutili oltre che dal confermato Tav; 3,8 miliardi dalla legalizzazione della cannabis.

Tra le 15 proposte di politica economica vanno segnalate anche quelle sull’eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi e quella per la messa in sicurezza del territorio. Per Sbilanciamoci dovrebbero essere il cuore del «nuovo patto verde» annunciato dal governo, e in particolare dal «decreto clima» che per il ministro dell’ambiente Costa dovrebbe arrivare finalmente in consiglio dei ministri il prossimo 3 ottobre (si veda articolo a fianco).
Per Sbilanciamoci nel prossimo anno è possibile ottenere 1,9 miliardi di euro da un primo taglio dei sussidi dannosi per l’ambiente. Il calcolo è stato effettuato in base a un catalogo realizzato dal ministero dell’ambiente nel 2017. L’insieme dei sussidi dannosi ammontano a 19,3 miliardi di euro, 11,9 dei quali sono destinati ai combustibili fossili. Il «decreto Clima» di Costa evoca questa enorme partita economica, e politica, ipotizzando l’azzeramento nel 2040. Tuttavia, nella bozza conosciuta attualmente, non sono state individuate le priorità, né identificati i sussidi da tagliare. Sbilanciamoci segnala i sussidi per l’autotrasporto a cui sono destinati 1,3 miliardi di euro come rimborso per l’aumento delle accise sul gasolio, a cui si aggiungono aiuti al settori pari a circa 300 milioni di euro.

L’altra partita importante per un cambio di passo del sistema economico è la cura di un territorio disastrato come quello italiano. Il precedente governo «Conte Uno» ha stanziato a tal fine 315 milioni di euro per 263 progetti esecutivi. Secondo i dati prodotti dalla «Struttura Missione Italia Sicura» nel 2017 il fabbisogno per questa enorme partita vitale per il paese era stimato a 27 miliardi per 9.397 opere su tutto il territorio nazionale. Solo negli ultimi anni, ricorda Sbilanciamoci, i disastri legati ad alluvioni o terremoti sono costati oltre 50 miliardi di euro. Investire in questo campo significa prevenire danni ancora peggiori che si moltiplicheranno con l’emergenza climatica in cui stiamo vivendo. Per realizzare una simile politica sul lungo periodo, ricorda Sbilanciamoci, è necessario scorporare gli investimenti ambientali, sociali e nell’istruzione dai vincoli del patto di stabilità; rivedere tutti i trattati fiscali e monetari dell’Ue; raddoppiare il bilancio comune europeo; armonizzare entro due anni il fisco per le imprese e le società in Europa. Infine c’è la proposta di uno stock iniziale di eurobond per mille miliardi di euro come stimolo alla crescita e agli investimenti

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