Una nave chiamata Casta Diva, impossibilitata a ripartire e ormeggiata nei pressi di Gibilterra, è la dimora di venti marinai. Lo scenario che dà avvio al nuovo romanzo di Savina Dolores Massa, Lampadari a gocce (Il Maestrale, pp. 340, euro 18) si sgrana di piani temporali ed elementi che prendono forma per poi infrangersi nei loro contrari. I loro destini sono altrettante riappropriazioni mnemoniche, case degli uomini e delle donne, fisionomie segrete incrociate. È casa la cabina in cui vanno a rifugiarsi Notturno, Ruben, Andreas e gli altri dell’equipaggio di Casta Diva. È ugualmente casa la «stanza-mondo» che Izta disfa...