Sardegna prima in zona bianca. Aperture da decidere con il ministero
Covid-19 Il Comitato tecnico scientifico al lavoro per stilare il parere sulle scuole alla luce della diffusione della variante inglese tra i più giovani
Covid-19 Il Comitato tecnico scientifico al lavoro per stilare il parere sulle scuole alla luce della diffusione della variante inglese tra i più giovani
Da domani Lombardia, Marche e Piemonte in zona arancione, Basilicata e Molise in zona rossa. E poi la novità: la Sardegna in area bianca, la prima regione a ottenere la fascia senza restrizioni. I dati sono tutti incoraggianti: per tre settimane di seguito si sono registrati meno di 50 casi per 100mila abitanti, ricoveri in calo, soprattutto quelli in terapia intensiva con una percentuale tra il 10 e il 12%. L’obiettivo zona bianca era stato quasi raggiunto dalla Valle d’Aosta, prima di sfumare la scorsa settimana. Le ordinanze sulle nuove fasce sono state firmate ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza. Il passaggio della Sardegna andrà comunque gestito attraverso un tavolo di confronto tra ministero, Iss e regione. «La zona bianca non è un invito al “liberi tutti” – il commento del governatore Christian Solinas – deve essere anzi uno sprone alla massima responsabilità».
IN SARDEGNA ieri ci sono stati 87 nuovi casi su 2.721 test, 6 i decessi, un’incidenza di 29,47 casi per 100mila abitanti e Rt a 0,68. Circa un quarto degli attualmente positivi sono nel cagliaritano, dove il prossimo fine settimana partirà lo screening di massa. Nel sassarese e a La Maddalena è stata trovata la variante inglese, ma si tratta di situazioni circoscritte con la zona rossa. Le riaperture saranno graduali, decise attraverso ordinanze regionali concordate con il ministero e il Cts. Da domani ristoranti e bar resteranno aperti anche a cena, il coprifuoco slitterà dopo le 22. Dovrebbero riaprire anche palestre e piscine (probabilmente dalla seconda settimana) e aumenterà la percentuale della didattica in presenza nelle scuole superiori, attualmente al 50%. Si attende il via libera per cinema e teatri, mentre fiere, congressi e discoteche restano chiusi.
I NUOCI CASI COVID ieri in Italia sono stati 18.916 su 323.047 test. Il tasso di positività è sceso al 5,8%, 280 i decessi. Prosegue la crescita dei ricoveri: in terapia intensiva 22 pazienti in più ieri, 2.216 in totale. I ricoveri ordinari crescono di 80 unità, 18.372 in tutto. In aumento anche le persona in isolamento domiciliare, 391.378. La regione con il maggior numero di nuovi positivi è stata la Lombardia (4.191) seguita da Emilia Romagna (2.542), Campania (2.215) e Lazio (1.347). «A partire dalla seconda metà di gennaio si osserva un trend in diminuzione del numero di casi negli operatori sanitari e nei soggetti di età maggiore o uguale a 80 anni, verosimilmente ascrivibile alla campagna di vaccinazione»: è quanto segnala l’Iss nell’aggiornamento del 24 febbraio.
GUIDO BERTOLASO, consulente della regione Lombardia per il piano vaccinale, ieri ha rilanciato il cavallo di battaglia lombardo, spingere sulle attività produttive: «Visto che i vaccini sono pochi, fermo restando che medici, infermieri, Rsa e over 80 devono essere immunizzati, poi non si può continuare a scendere seguendo la fascia anagrafica. Quindi sotto con chi lavora, chi sta in fabbrica, chi si muove, bar e ristoranti». Dal Pd arriva un secco no. Elena Carnevali, capogruppo dem in commissione Affari sociali a Montecitorio: «Ricordo al commissario Bertolaso che con i vaccini Pfizer e Moderna va obbligatoriamente conclusa la campagna per il personale sanitario, Rsa e over 80 che in Lombardia è da poco e lentamente iniziata».
RIUNIONE DEL CTS, ieri sera, per stilare il parere tecnico sul contagio nelle scuole, alla luce della variante inglese, chiesto dai governatori ma che servirà poi a stilare il dpcm con le nuove norme anti Covid. L’impatto c’è, hanno spiegato fonti del Cts, ma differenziato. Scuole, di ogni ordine e grado da chiudere nelle zone rosse, anche quelle presenti nelle regioni gialle. Protocolli invariati nelle aree arancioni e gialle con la didattica in presenza al 50% nelle scuole superiori. Con la possibilità di attivare restrizioni ulteriori, prescindendo dal colore, quando viene superata una determinata soglia di incidenza, che potrebbe scendere a 100 casi settimanali ogni 100mila abitanti rispetto agli attuali 250. Il verbale è stato trasmesso ai ministri competenti. Gli esperti suggeriscono anche una modulazione delle misure in base all’andamento della curva su scala comunale e provinciale e non più a livello regionale.
IL GOVERNATORE CAMPANO DE LUCA ieri ha firmato l’ordinanza che dispone la sospensione dell’attività didattica in presenza in tutte le scuole e Università fino al 14 marzo, con la raccomandazione di «stare a casa per evitare contatti». Unica eccezione «gli alunni con bisogni educativi speciali o disabilità», che potranno frequentare in presenza. La decisione è stata presa per limitare la diffusione delle varianti tra i più giovani. Ieri scoperti due casi di variante brasiliana a Napoli. Scuole chiuse anche in Abruzzo. In Emilia Romagna, invece, dopo le zone arancione scuro già decise nell’area metropolitana di Bologna e nella provincia di Imola, il governatore Bonaccini ha disposto la stessa misura da martedì per le province di Rimini, Ravenna e il Cesenate.
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