Il presidente della Sardegna, Christian Solinas, è indagato dalla procura di Cagliari per concorso in corruzione e concorso in riciclaggio. Al centro dei due filoni d’inchiesta, la compravendita della sua villa al quartiere del Sole, a pochi centinaia di metri dalla spiaggia del Poetto, e la nomina di un dirigente. Ieri la Guardia di finanza ha sequestrato i telefoni e altri dispositivi del governatore – che guida una giunta di centrodestra – e del suo consultente Christian Stevelli, anche lui indagato insieme al direttore generale dell’Ufficio dell’autorità di gestione del programma operativo Eni Cbd, bacino del Mediterraneo, Roberto Raimondi, e all’imprenditore Roberto Zedda.

Il primo filone dell’inchiesta riguarda appunto la casa comprata da Solinas in via dei Tritoni. Gli inquirenti vogliono fare luce sui presunti legami con l’acquisto di alcuni terreni a Capoterra, riconducibili al governatore, per i quali Zedda aveva versato una caparra che ammontava a duecentomila euro senza che però il rogito fosse mai concluso entro il termine previsto. Sulla vicenda era già stato aperto un fascicolo esplorativo nel 2021 senza ipotesi di reato e senza indagati a seguito di una serie di esposti anonimi. Il presidente della Regione, su Facebook aveva dichiarato la sua completata estraneità ai fatti ipotizzati parlando di «caso mediatico fondato su ricostruzioni parziali e strumentali, su allusioni e accostamenti suggestivi, su gravi omissioni che orientano una lettura fuorviante».

L’altra vicenda riguarda presunte pressioni per la nomina di Raimondi al capo dell’Enpi, l’Ente nazionale per la prevenzione degli infortuni. Il nome del dg era risuonato anche in Consiglio regionale, quando Massimo Zedda (Progressisti) aveva ipotizzato un suo legame con lo scandalo dei paradisi fiscali emersi con i Panama Papers. Connessione smentita seccamente dall’interessato.