Internazionale

Sanzioni economiche e sportive: Russia, Italia e nuova «guerra fredda»

Sanzioni economiche e sportive: Russia, Italia e nuova «guerra fredda»Putin e Renzi al forum economico di San Pietroburgo

Russia Tutte le potenze, tranne forse la Cina, sembrano da un lato criticare il ritorno a una nuova guerra fredda, ma dall'altro sembrano spingere proprio in quella direzione, vista come una partita diplomatica più conosciuta e classica

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 19 giugno 2016

Nel volgere di poche ore la Russia ha subito il rinnovo automatico delle sanzioni economiche da parte dell’Unione europea e il rinnovo dell’esclusione da parte della federazione mondiale di atletica dalle competizioni internazionali, il che significherebbe l’esclusione della Russia dalle prossime olimpiadi di Rio. Un doppio colpo non da poco in termini economici e di immagine.

La Russia ha reagito con sdegno ma in modo contenuto, nonostante l’ormai quotidiana sensazione di accerchiamento. Per quanto riguarda la decisione della Iaaf, infatti, tecnicamente non è ancora detta l’ultima parola: martedì prossimo il Comitato olimpico internazionale potrebbe ribaltare la decisione, benché ci sia poca fiducia al riguardo.

La decisione della Iaaf nasce dallo scandalo doping scoppiato alcuni mesi fa; una vicenda che aveva portato all’esclusione della Russia dalle competizioni, in attesa di un adeguamento da parte della federazione ai controlli anti doping richiesti dagli organismi internazionali. La Iaaf per ribadire la sua decisone si sarebbe basata sul rapporto preparato dal gruppo di lavoro presieduto dal norvegese Rune Andersen.

Questo team avrebbe valutato e verificato le misure adottate dalla federazione russa per ottenere un «cambiamento di passo» nell’atletica leggera nel paese. Secondo questo report La Iaaf ha dunque ritenuto la Russia non avrebbe ancora soddisfatto i requisiti per ottenere l’annullamento della sanzione.

Il doping degli atleti e delle atlete russe non sarebbe da far ricadere su responsabilità singole, bensì sul «sistema» sportivo russo che favorirebbe, anche solo chiudendo parecchi occhi, l’utilizzo di sostanze proibite. Si tratta di un dilemma di difficile soluzione e la decisione della Iaaf appare molto dura.

Putin ha giocato proprio su questo nodo, condannando la decisione della Iaaf e definendola «ingiusta». Il presidente russo ha sottolineato che la Iaaf ha inflitto una punizione «collettiva» che finirà per colpire gli atleti russi puliti.

Più dura Yelena Isinbayeva, due volte campionessa olimpica di salto con l’asta. L’atleta che detto che intraprenderà le opportune azioni legali per una presunta violazione dei diritti umani da parte della Iaaf, se non le sarà data la possibilità di partecipare alle Olimpiadi di Rio 2016: «Io non tacerò, mi rivolgerò alla Corte dei diritti umani, dimostrerò alla Iaaf e all’Agenzia mondiale antidoping che hanno preso una decisione sbagliata. Lo farò. La Russia non resterà in silenzio questa è una violazione dei diritti umani».

La moderazione della risposta «politica» russa dipende anche da un altro fattore: la decisione della Iaaf era in qualche modo attesa e probabilmente gli avvocati russi si giocheranno tutte le loro carte con il Cio. Di certo rimane una situazione internazionale in cui eventi diplomatici ed economici finiscono per mischiarsi a elementi più classici del soft power, quale può essere lo sport.

In questo clima, al meeting economico di San Pietroburgo, il presidente del consiglio italiano Matteo Renzi ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin e ha sottolineato il rischio di una nuova guerra fredda, definendola un evento «fuori dalla realtà».

Ma Renzi non è uno sprovveduto e sa bene che la situazione geopolitica internazionale, con particolare riferimento alla Russia, potrebbe favorire proprio l’Italia. Il mondo multipolare richiede interpretazioni nuove e capacità di analisi che rischiano di mettere a repentaglio il dominio politico come siamo abituati a concepirlo.

Così tutte le potenze, tranne forse la Cina, sembrano da un lato criticare il ritorno a una nuova guerra fredda, ma dall’altro sembrano spingere proprio in quella direzione, vista come una partita diplomatica più conosciuta e classica.

Lo spauracchio russo, in questo caso, serve un po’ a tutti: agli Stati uniti che possono aumentare la presenza della Nato nell’est europeo paventando proprio il «pericolo di Mosca». Putin dal canto suo sa bene che questa contrapposizione tra Russia e Stati uniti aumenta il rango del suo paese a livello internazionale e fomenta le trame più tradizionaliste e nazionaliste dal punto di vista interno. E serve pure all’Italia.

Renzi ha chiesto di rivedere il meccanismo di sanzioni automatiche contro Mosca, proprio nel momento in cui l’Ue decideva esattamente il contrario. Ma proprio in questa fitta ragnatela di incastri diplomatici ed economici, l’Italia prova a infilarsi, così come hanno già fatto altri paesi. Renzi da San Pietroburgo, infatti, torna a casa con accordi commerciali per un valore di circa un miliardo di euro, aprendo una nuova stagione dei rapporti economici tra Roma e Mosca.

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