Santanchè, la ministra imprenditrice spericolata: «Siamo sempre usciti puliti da tutto»
Politica Dalla bancarotta sventata (per un pelo) alla vendita del Twiga al compagno e al socio Briatore. Conti in rosso, fondi incerti e acquisizioni dubbie, ma nessuna indagine
Politica Dalla bancarotta sventata (per un pelo) alla vendita del Twiga al compagno e al socio Briatore. Conti in rosso, fondi incerti e acquisizioni dubbie, ma nessuna indagine
«È sempre la stessa inchiesta, non hanno trovato niente. Siamo usciti puliti da tutto». Daniela Santanchè si barrica in difesa, annuncia querele e bolla la polemica su di lei come una montatura in completa assenza di elementi concreti. L’inchiesta mandata in onda lunedì sera da Report, oltre a mettere insieme voci e testimonianze inquietanti sulle attività imprenditoriali della ministra del Turismo, torna ad accendere i riflettori su una carriera effettivamente costellata da inciampi, sempre superati con manovre spericolate e conigli che spuntano fuori dal cilindro al momento giusto.
L’ULTIMA faccenda giudiziaria che vede coinvolta Daniela Santanchè è quella che a novembre aveva portato i giudici fallimentari di Milano a chiedere la bancarotta per Visibilia Editrice, società di cui la ministra è stata fondatrice, prima azionista e amministratrice delegata fino al gennaio del 2022. Tra marzo e aprile, però, la svolta e, forse, la salvezza: prima si è insediato il nuovo consiglio di amministrazione e poi, durante un udienza, la corte ha deciso di concedere tempo alla nuova gestione per depositare «documenti e relazioni» sul nuovo corso dell’azienda. Nel mentre è arrivato anche il saldo di una parte del dovuto all’Agenzia delle entrate e, da qui, il ritiro della richiesta di fallimento. Il 14 settembre si terrà un’udienza per la causa intentata da alcuni azionisti di Visibilia Editrice contro l’ex amministratori e i membri del collegio sindacale, ma la faccenda sempre destinata a sfumare nel nome del nuovo corso della società. Visibilia è anche il nome della concessionaria pubblicitaria di cui si è occupata Report, con un ex dipendente che ha raccontato di una sua collega messa in cassa integrazione a zero ore e che però ha continuato a lavorare come se niente fosse perché pare non fosse stata avvertita. Se la storia venisse confermata si tratterebbe di un palese caso di truffa ai danni dello Stato.
L’ALTRA VICENDA presa in analisi dalla trasmissione di Raitre è quella di Ki Group, azienda del settore alimentare che Santanchè ha acquistato nel 2006 insieme all’ex compagno Canio Mazzaro e che ha gestito fino al 2022. Qui i problemi riguardano i debiti verso i fornitori arrivati fino a quota 8 milioni di euro tra il 2018 e il 2019 e la creazione di una nuova società (la Ki Group Srl) che avrebbe incorporato i rami in attivo dell’azienda, lasciando indietro quelli in rosso. I mancati pagamenti, peraltro, avrebbero creato situazioni di notevole difficoltà per un’azienda dell’indotto, la AT&B, che, tra le altre cose, detiene il marchio Verde Bio. L’inabissarsi dei conti di AT&B sarebbe stata sfruttata da Ki Group per affittare Verde Bio a un prezzo assai vantaggioso.
ALLO STATO ATTUALE delle cose, comunque, non risultano indagini giudiziarie a carico di Santanchè, che da quando è al governo si è formalmente liberata di tutte le attività che avrebbero rappresentato per lei un conflitto d’interessi. È il caso soprattutto del Twiga, il beach club dei vip di Forte dei Marmi: la ministra del Turismo ha venduto le sue quote (il 44.1% del pacchetto azionario) per metà al suo fidanzato Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena e per l’altra metà al socio Flavio Briatore, per un totale di circa 3 milioni di euro. Santanchè ha sempre irriso chi le ha chiesto conto di queste operazioni e ha sempre minimizzato le ombre di cui si parla ormai da anni e che, da quando è entrata a far parte dell’esecutivo Meloni un po’ preoccupa anche gli amici.
DUE GIORNI DOPO la messa in onda dell’inchiesta di Report, come se nulla fosse, Daniela Santanchè è stata ospite del programma di Rete4 Zona Bianca. Nessun accenno a Visibilia, né a Ki Group e nemmeno al Twiga, ma ampie divagazioni sul tema del turismo come settore strategico per l’Italia di oggi e di domani. Di inchieste è chiaro che non vuole sentir parlare: «Io indagata? E di cosa? Ma basta con queste stronzate», ha detto a un cronista che faceva le domande giuste.
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