Visioni

Sanremo, se il gioco delle citazioni mostra la corda

Sanremo, se il gioco delle citazioni mostra la cordaFranca Valeri e Luciana Littizzetto

Festival Crollo drammatico degli ascolti, ma è il modello televisivo troppo celebrativo ad essere andato in crisi

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 21 febbraio 2014

C’è chi getta la colpa sulla concorrenza più agguerrita rispetto alla passata edizione; l’invasione da Champions del Milano (e ha pure perso…), l’effetto sorpresa un po’ affievolito ad usare un eufemismo. E chi addirittura adombra l’eco della crisi politica…. La sostanza è che il festivalone targato Fazio/Littizzetto non ha lo stesso appeal del precedessore e fa flop negli ascolti. La seconda serata scivola sotto di due milioni di spettatori, con una media complessiva di 7.111.00 spettatori (e uno share del 33,95). Ma a preoccupare i vertici della tv di stato è il calo complessivo dell’audience rispetto al 2013: 22,7 milioni di spettatori, rispetto ai 26,4 milioni dello scorso anno. Un disastro. Preoccupato il consigliere Rai Antonio Verro che già chiede «se ci saranno impatti sulla pubblicità». Eh sì, perché il problema sono gli sponsor che a fine rassegna tireranno le somme e decideranno le mosse per il prossimo anno. Con rischio tagli.

Forse, più modestamente, e al di là del nervosismo del presentatore che accusato di «stile iperbuonista» ha tuonato «Io non ne posso più di questa parola. Mi sono proprio rotto le palle», è proprio il modello televisivo autoreferenziale e citazionista ad essere andato definitivamente in crisi. Non ha aiutato la ricorrenza dei sessant’anni Rai, a cui gli organizzatori non hanno potuto sottrarsi esasperando così i sipari celebrativi degli anni d’oro di viale Mazzini, appesantendo la gara (due canzoni e poi trenta minuti di ospiti…) e dilatando all’infinito esibizioni e «trovate». Strappa un mezzo sorriso Luciana Littizzetto che si confronta con la «fata» Letitia Casta, ma se si reitera con Raffaella Carrà o le Kessler, il gioco alla fine stanca. Forse – e più semplicemente – i ritmi televisivi vanno declinandosi su tempistiche diverse, più veloci. E frammentate: il festival lo si può seguire e commentare sui social network, riprendere in brevi video dal sito Rai. Le maratone di tre, quattro ore, non hanno più senso. Spiccava solo Franca Valeri, fuori dal tempo eppure così dentro la realtà da lasciare sempre incantati. Una spanna sopra tutti e tutto, capace di stupire semplicemente riprendendo uno dei suoi personaggi – feticcio, la sora Cecioni e le interminabili – e sempre estremamente attuali – telefonate a mammà. Ma è un attimo, e la kermesse riprende il soporifero tran tran.

Stasera forse qualche brivido ci sarà concesso, grazie al Sanremo Club – idea brillante di Fazio di celebrare il club Tenco, ovvero il tempio della canzone d’autore sempre bistrattato da mamma Rai. Ciascuno dei 14 big ha scelto un brano da cantare da solo o in duetti inediti. Ci saranno anche Paoli e Rea, Paolo Nutini e Luca Zingaretti.

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