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Sanità toscana, referendum a rischio

Sanità toscana, referendum a rischioTommaso Fattori di Toscana a Sinistra

Partecipazione? La giunta Rossi e il Pd riducono a due settimane, e solo via e-mail, la discussione sulla nuova riforma del settore. Toscana a Sinistra e M5S sulle barricate: "Uno scandalo". Con l'obiettivo di depotenziare la consultazione popolare chiesta da 55mila cittadini.

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 25 novembre 2015

Dagli uffici del Pd, e della giunta Rossi, si spiega che il nuovo progetto di legge sulla sanità – il secondo in meno di un anno – è necessario per completare la “riorganizzazione” del settore. I critici invece, da Toscana a Sinistra al M5S, denunciano il tentativo di bloccare il referendum chiesto da 55mila toscani, apertamente contrari a un riordino che secondo i promotori della consultazione popolare fa scivolare la sanità pubblica verso il privato.
Ad accendere ancor di più le polemiche è stata la decisione di contingentare la discussione in un pugno di giorni. “Un scandalo – accusano Paolo Sarti e Tommaso Fattori di Toscana a Sinistra – che nei fatti liquida la tanto decantata partecipazione dei cittadini, delle associazioni che li rappresentano, degli operatori e delle loro organizzazioni. E mortifica la commissione”.
Le scansioni ristrettissime dei tempi danno ragione ai due consiglieri regionali: su una proposta di legge di 132 articoli, con cinque allegati, e in un settore complesso come quello della sanità, ci sono cinque giorni concessi ai rappresentanti degli operatori sanitari e dei cittadini per presentare eventuali proposte, da inviare esclusivamente via e-mail; sei giorni ai gruppi consiliari per gli emendamenti; infine il parere della commissione sanità deve arrivare entro l’11 dicembre, per portare in aula il pdl nella seduta del 15.
Anche i consiglieri a cinque stelle protestano: “Quanto è lecito – si chiede Andrea Quartini della commissione sanità – dare dieci giorni a tutti i sindaci toscani, le associazioni di categoria e gli stakeholder per esprimere pareri, via email, su una proposta di legge così complessa? Ma soprattutto mi chiedo cosa accadrà con queste e-mail. Saranno tutte oggetto di dibattito in commissione, o verranno selezionate dalla segreteria su indicazione del presidente?”.
I pentastellati chiedono l’intervento del presidente dell’assemblea toscana Eugenio Giani “come garante della terzietà democratica del consiglio”. In effetti è una novità assoluta, l’ennesima, la mancata convocazione del mondo dell’associazionismo, degli operatori sanitari e delle altre realtà che gravitano intorno al comparto, per affrontare direttamente un progetto di riforma così discusso come quello che riguarda la sanità toscana. Non si nasconde la possibilità concreta che tutto vada avanti a colpi di “like”, riducendo la discussione a una parodia della democrazia.
“La tanto sbandierata partecipazione della giunta – ricordano ancora Fattori e Sarti – si è ridotta alla mezza giornata di evento pubblico dello scorso 7 novembre, una parata demagogica in stile renziano, priva di valore e contenuto. E’ una delle poche volte, a nostra memoria, che si restringono in questo modo gli spazi di una commissione per zittire le opposizioni”. Dal canto suo il comitato referendario si è dato appuntamento venerdì con un presidio e un’assemblea a palazzo Panciatichi, per individuare le risposte da dare. Sulla base di alcuni precedenti, anche l’approvazione del nuovo pdl non dovrebbe invalidare il referendum. Ma ritardarlo di un anno sì, rendendo la consultazione popolare assai meno efficace.

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