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Salvini tra forconi, Le Pen e Putin

Salvini tra forconi, Le Pen e PutinMatteo Salvini

Nordestra Al via oggi a Torino il congresso del Carroccio: ospite d’onore l’estrema destra europea

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 15 dicembre 2013

«Stiamo lavorando per una coalizione europea che alle elezioni di maggio dia la spallata finale a questa Unione (Europea) Sovietica. Abbiamo invitato al nostro congresso Marine Le Pen e Geert Wilders, gli austriaci di Strache, i fiamminghi e gli slovacchi e anche tre parlamentari del partito di Putin. Insomma, quelli dell’Europa delle patrie. Se sapremo «fare lega con queste forze che come noi intendono lottare per sovranità, indipendenza, futuro e speranza, alla fine vinceremo».
A chi si stesse chiedendo quale potesse essere l’approdo della Lega Nord nell’era del dopo-Bossi, rispondono implicitamente le parole di Matteo Salvini che, reduce dalla primarie che lo hanno visto trionfare proprio sul senatùr la scorsa settimana, si appresta ad essere nominato nuovo segretario federale del Carroccio nel congresso straordinario in programma oggi al Lingotto di Torino. Ad un anno dal passaggio del testimone tra Umberto Bossi e la generazione dei fondatori da un lato e Roberto Maroni e i suoi fidati «quarantenni», tra cui, oltre a Salvini, spicca il nome del sindaco di Verona Flavio Tosi, dall’altro, il restyling leghista appare così completato. Il profilo che emerge sembra avere due volti, anche se si ha l’impressione che sia soprattutto nel segno della radicalità che si cercano di riconquistare, con parole d’ordine e un’immagine sempre più dura, i molti voti persi negli ultimi anni dal partito.

Se infatti la difesa a oltranza del rapporto con il centrodestra per mantenere la guida del governo regionale in Lombardia, Veneto e Piemonte, è il perno della politica nazionale della Lega, proprio la kermesse di Torino è destinata a consacrare la nuova alleanza con l’estrema destra e il populismo euroscettico e xenofobo dell’intero continente. Fino ad oggi, in Europa, la Lega aveva stretto prevalentemente legami con movimenti ipercritici nei confronti della Ue come l’Ukip, il Partito per l’indipendenza del Regno Unito, e solo saltuariamente con l’estrema destra, come ad esempio con i fiamminghi del Vlaams Belang. Ma il parterre degli ospiti del Lingotto rivela invece tutto un altro disegno.

Non ci sarà in carne ed ossa la leader del Front National francese, impegnata in patria, ma il «blasone» di casa Le Pen sarà in ogni caso ben rappresentato da sua nipote, la giovane Marion Marechal Le Pen, eletta lo scorso nel parlamento di Parigi. Con lei, ci saranno anche il campione dell’islamofobia olandese Geert Wilders, leader del Partito per la libertà, e l’austriaco Heinz Christian Strache, alla testa dei liberal-nazionali dell’Fpö che ha appena portato oltre la soglia del 20% dei consensi e che è considerato come l’erede politico di Jörg Haider.
Attesi a Torino anche i rappresentanti del già citato Vlaams Belang, noti per le loro nostalgie per il passato collaborazionista della regione del nord del Belgio, dei Democratici svedesi, fino a pochi anni fa solo un ombrello legale delle bande razziste, del Partito Nazionale Slovacco, ferocemente anti-rom, del Partito Conservatore bulgaro e del movimento polacco di Solidarna Polska. Infine, a chiudere le danze, alcuni parlamentari di Russia Unita, il partito-regime di Vladimir Putin, personaggio definito dalla Padania come un valido alleato dell’Europa in chiave anti-Usa e presentato come l’ultimo baluardo a difesa dei «valori cristiani dell’Europa (travolta) dall’immigrazione di massa favorita dal politically correct». E proprio il quotidiano leghista, al pari di quanto fatto da alcuni leader dei “forconi” in questi giorni, non esita ad evocare il complotto mondialistico-finanziario» del gruppo Bilderberg anche per spiegare la crisi economica.

Il sostegno al movimento dei forconi, «gente che ha tutte le ragioni del mondo», la guerra dichiarata alla Ue e alla moneta unica, «questa non è l’Unione europea, ma un gulag (…), uscire dall’Euro è una «necessità» e l’annuncio delle barricate sul fronte dell’immigrazione, contro «il buonismo dei salotti chic della sinistra e le direttive comunitarie «porte aperte», rappresentano del resto l’asse della nuova Lega di Salvini, decisamente schierata all’attacco proprio come i suoi nuovi e pericolosi alleati. E pensare che la campagna elettorale per le europee ancora non è iniziata.

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