Tre anni fa, al ballottaggio romano del 2016, Matteo Salvini aveva invitato a votare per Virginia Raggi, «per provare quelli nuovi». Oggi si dice pentito una volta per tutte e si presenta con qualche decina di sostenitori in piazza del Campidoglio per chiedere le dimissioni di quella che definisce «peggiore sindaco del dopoguerra». Tutto si è svolto nella mattinata di ieri, mentre un’infuocata riunione della commissione trasporti registrava la tensione altissima su Roma Metropolitane, l’azienda del comune che funge da stazione appaltante per la prosecuzione dei cantieri della metro C.

Dentro l’aula, tra lavoratori e giornalisti, non si riusciva ad entrare. In piazza c’era qualche drappello di leghisti.

Salvini ha approfittato della situazione anche per lanciare la manifestazione del prossimo 19 ottobre in piazza San Giovanni. In quella occasione, dice, si cominceranno a raccogliere le firme per chiedere che l’amministrazione grillina di Roma vada a casa. L’idea di una sorta di petizione popolare viene da Fratelli d’Italia, come sottolinea con soddisfazione Fabio Rampelli. Salvini ammette di non avere ancora un candidato per Roma. Attacca Raggi nei giorni più difficili per la sua amministrazione anche per regolare i conti con gli ex alleati del M5S. Che non si fanno intimorire.

Nel giro di poco compare Max Bugani, consigliere comunale a Bologna e storico collaboratore di Davide Casaleggio da pochi giorni sbarcato a Roma come «capo staff» della sindaca. Bugani mostra un vassoio con alcuni bicchieri di mojito, il drink che nella narrazione caricaturale proposta dai grillini la scorsa estate avrebbe fatto perdere il senno a Salvini per indurlo a causare la caduta del governo gialloverde. Insieme a lui ci sono Antonio De Santis, assessore al personale, e il capogruppo grillino in assemblea capitolina Giuliano Pacetti. Il vicesindaco Luca Bergamo lancia un naso da pagliaccio in direzione di Salvini. (vedi rettifica in calce, ndr) «Lo abbiamo visto in piazza – dirà Virginia Raggi – Io continuerei a chiedergli dove sono gli agenti di polizia che aveva promesso per Roma. Diciamo che chiacchiera tanto ma conclude poco».

Nei mesi scorsi, quando Salvini era ministro dell’Interno, il filo diretto tra il Campidoglio e il Viminale aveva avuto fasi alterne. Si era iniziato con lo sgombero del Camping River, uno degli insediamenti rom meno problematici, avvenuto in mancanza di strutture alternative e sfidando la Corte europea per i diritti umani. Poi tra i due uffici erano transitate liste di occupazioni abitative e di centri sociali da sgomberare. Raggi pian piano aveva capito che Salvini avrebbe giocato la carta della tollerenza zero ma a lei sarebbe rimasta la patata bollente della gente per strada, e l’intesa si era raffredata. Fino alle manovre salviniane per la conquista del Campidoglio e alla rottura del filo tenue di collaborazione istituzionale tra i due, culminata nella caduta del governo.

Raggi assicura che la situazione dei rifiuti non starebbe precipitando, nonostante le ennesime dimissioni in Ama e gli allarmi sulla mancanza di impianti, la situazione dovrebbe normalizzarsi aprendo il canale che consentirebbe di portare la spazzatura in altre regioni, soprattutto Abruzzo e Umbria. Proprio attorno alla gestione dei rifiuti ruotano le tre pagine di mozione di sfiducia alla sindaca presentata da Maurizio Politi, unico consigliere comunale leghista. Politi invita Raggi «a valutare con senso di responsabilità e guardando agli interessi dei cittadini romani, la presentazione delle proprie dimissioni, nella consapevolezza dell’impossibilità di adempiere ai doveri derivanti dl mando ricevuto».

Rettifica ex art. 8 legge n. 47 del 1948 e art. 2 legge n. 69 del 1963

in riferimento all’articolo pubblicato da Il Manifesto in data 5/10/2019 dal titolo “Salvini porta il Papeete in Campidoglio” a firma di Giuliano Santoro, si precisa che il contenuto non corrisponde a verità.

Il Vicesindaco Luca Bergamo non ha lanciato nessun “naso da pagliaccio in direzione di Salvini” come riporta l’articolo. Non è intervenuto alla manifestazione perché impegnato nella presentazione della Festa del Cinema. Difficilmente avrebbe potuto lanciare alcunché fino al Campidoglio.

Si prega di procedere a rettifica secondo la normativa vigente.

Cordialità

Ufficio stampa Roma Capitale