Politica

Salvini nella baraccopoli di San Ferdinando per dire «prima gli italiani»

Calabria Il tour del ministro degli Interni

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 11 luglio 2018

Alle 10 di lunedì notte inizia il tour di Salvini in Calabria. Prima tappa una cena con lo stato maggiore leghista all’Altafiumara Resort di Villa San Giovanni. Ad attenderlo il segretario regionale Mimmo Furgiuele il cui suocero, Salvatore Mazzei, ha i beni sotto sequestro dell’Antimafia ed è in carcere per estorsione aggravata, e Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dei Giuristi cattolici, che dice di voler battersi contro «la dittatura omosessualista della società».

La mattina seguente inizia con una corsetta sul lungomare di Reggio, poi brioche e gelato e via verso una giornata densa di impegni. A Palmi il ministro esordisce con una frase sulla ‘ndrangheta: «È cominciata una guerra senza quartiere contro la criminalità perché la ‘ndrangheta è una merda, un cancro che si è allargato a tutta Italia». Accanto a lui Furgiuele che annuisce. Si inaugura un bene confiscato in una condizione un po’ anomala: nel palazzo di Palmi sequestrato alla cosca Gallico vive ancora Lucia Morgante, 92 anni, condannata all’ergastolo per omicidio e la cui pena è stata differita per motivi di salute.

Ma il clou è alla baraccopoli di San Ferdinando che il senatore Salvini (eletto in Calabria) in campagna elettorale aveva promesso di demolire con la sua ruspa. Ci sono una cinquantina di migranti che indossano le magliette con la foto di Soumayla Sacko – il 39enne maliano ucciso il 2 giugno in un paese del vibonese e che viveva a San Ferdinando – e l’entrata è delimitata da due cordoni di poliziotti in tenuta antisommossa.

Salvini, a favore di telecamere (quella della diretta live sulla sua pagina Facebook) inizia un ragionamento con alcuni funzionari. Chiede quante persone vivano qui, e come facciano a vivere. «C’è un’economia interna?», domanda. I migranti del campo si rivolgono a lui, chiedono aiuto, raccontano la loro condizioni di sfruttati «a un euro a cassetta di mandarini». Il ministro risponde: «Nel mio Paese, nel 2018, non si sta nelle baracche. Chi ha diritto a rimanere in Italia ci deve stare con tutti i diritti e i doveri degli altri cittadini. Siccome ci sono cinque milioni di italiani in povertà vengono prima loro. Non ci sono vie privilegiate se stai in una baraccopoli di San Ferdinando».

Poi il tour finisce, direzione aeroporto di Lamezia. La diretta Facebook h 24 può proseguire altrove.

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