Forse a mancare sono state solo le pacche sulle spalle con l’amico Viktor Orbán, per il resto il film della propaganda sovranista visto ieri a Budapest contiene tutto il repertorio di retorica, frasi fatte e promesse che ci si può attendere da due leader in campagna elettorale. Matteo Salvini che appena sceso dall’aereo sale sorridendo su un elicottero e si dirige verso il confine tra Ungheria e Serbia, proprio dove il premier magiaro quattro anni fa, quando la guerra civile siriana provocò la fuga di centinaia di migliaia di profughi, fece costruire la prima barriera – lunga 175 chilometri e...