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Salvini forza la mano sul Ponte: «Cantieri aperti al più presto»

Salvini forza la mano sul Ponte: «Cantieri aperti al più presto»Matteo Salvini – Ansa

Bilancio Per il ministro dei trasporti i soldi ci sono. Giorgetti è più freddo: «Vedremo nel 2024». I No Ponte lanciano la manifestazione nazionale del 2 dicembre a Messina

Pubblicato circa un anno faEdizione del 29 settembre 2023

I soldi per il Ponte sullo Stretto di Messina? Ci sono, assicura Matteo Salvini. Smentendo in parte i suoi colleghi di governo e gli esponenti della maggioranza che di fronte alle ristrettezze di bilancio hanno provato nei giorni scorsi a rallentare l’iter della grande opera. A margine del Consiglio dei ministri, lo stesso Giancarlo Giorgetti aveva fatto capire che le cose per ora sono abbastanza vaghe. «Nel 2024 ci sarà un primo stanziamento nel fondo opere infrastrutturali», si è limitato a dire tenendosi sul generico. Ieri ha sostenuto che un primo stanziamento ci sarà, «connesso all’effettivo allestimento dei cantieri» ma non si tratta di un grande impegno: già all’epoca dell’ultimo governo Berlusconi partirono dei lavori sulla sponda calabra, a Cannitello. Roba simbolica, prime manovre di poca entità.

«IL PONTE sullo Stretto nasce per norma di legge nel 1971 – sostiene ancora il ministro delle infrastrutture – L’obiettivo è che il cinquantaduesimo compleanno coincida con la copertura economica dell’intero costo che non dovrà superare i 12 miliardi in dieci anni, con una ricaduta positiva ampiamente superiore all’investimento fatto». Le cifre ballano e i miliardi vanno e vengono. Il Documento di economia e finanza varato dal governo nello scorso mese di aprile stabiliva che il costo «risulta di 13,5 miliardi di euro». In quei giorni, Salvini aveva detto che la grande opera sarebbe costata quanto «un anno di reddito di cittadinanza», alludendo dunque a una cifra tra i 7 e i 9 miliardi di euro. Il 16 marzo il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto-legge che riattiva la società concessionaria dei lavori, la Stretto di Messina Spa insieme alla programmazione e progettazione dell’opera. Dagli anni Ottanta fino a una decina di anni fa, quando il governo Monti in nome dell’austerità ha fermato ogni manovra attorno al Ponte, si stima che queste operazioni preliminari siano costate circa 300 milioni di euro. Secondo il Def, peraltro, «le opere complementari e di ottimizzazione alle connessioni ferroviarie, lato Sicilia e lato Calabria si stima avranno un costo di 1,1 miliardi di euro». Quanto alle connessioni stradali, lavori considerati di minor impatto economico, dovranno essere «meglio definite e dettagliate nell’ambito dei prossimi contratti di programma con Anas». Il Def è anche costretto a riconoscere che allo stato «non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente; pertanto, queste dovranno essere individuate in sede di definizione del disegno di legge di bilancio».

LE OPPOSIZIONI protestano: accusano Salvini di fare il gioco delle tre carte. Il movimento No Ponte tornerà a incontrarsi: domenica 1 ottobre, dalle 16:30, è stato indetto un incontro a Messina, in piazza Lo Sardo, per «discutere insieme i prossimi passaggi per bloccare l’opera». «Il cronoprogramma dettato da Matteo Salvini è serratissimo – dicono i No Ponte – Ma comincia a manifestare i primi inciampi. Nonostante le tante dichiarazioni del ministro di passi ne sono stati fatti pochi: il comitato scientifico è stato formato ma la stessa data dell’avvio cantieri a luglio non sembra più così certa». L’obiettivo è accumulare consensi e adesioni per il prossimo 2 dicembre, giornata della manifestazione nazionale contro la grande opera. «Riteniamo che il Ponte sullo Stretto non solo non sia una priorità ma rappresenti più una minaccia che una opportunità per lo sviluppo sostenibile della Sicilia, della Calabria e del Meridione», recita l’appello che indice la manifestazione.

HANNO GIÀ aderito in tanti: oltre ai comitati locali ci saranno Arci, Cgil, Wwf e Legambiente. E ci saranno anche i partiti d’opposizione, hanno annunciato la loro presenza Europa Verde, M5S, Pd, Sinistra italiana.

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