Salvini e la «Pontida di Vannacci»
Le tensioni Dai treni agli esteri, l'estate difficile della Lega. Con l'ombra, in autunno, della scissione del generale, eletto in Ue proprio per volere del leader del Carroccio
Le tensioni Dai treni agli esteri, l'estate difficile della Lega. Con l'ombra, in autunno, della scissione del generale, eletto in Ue proprio per volere del leader del Carroccio
Ci mancava solo l’apertura di Fi a dialogare con l’opposizione su una revisione della legge di cittadinanza per far salire la pressione a Matteo Salvini. Il segretario leghista sta vivendo la peggior estate della sua vita politica dai tempi del Papeete, quando trasformatosi in dj, torso nudo e cocktail in mano, diede incautamente inizio alla sua parabola discendente. Era l’agosto 2019, la Lega aveva il vento in poppa dopo l’exploit alle europee della primavera precedente e il Capitano chiedeva pieni poteri, convinto che di lì a poco si sarebbe seduto sulla poltrona di palazzo Chigi.
Non aveva fatto i conti con l’altro Matteo (Renzi), che in un batter di ciglia mise fine al sogno salviniano. Cinque anni dopo, il leader leghista passa le sue vacanze in Puglia, tra una frisella e una puccia, e mastica amaro. La guerra tra Lega e Forza Italia è iniziata in primavera e continua senza tregua. Da un lato c’è un partito alla ricerca di una strada nuova, con gli eredi di Berlusconi che non perdono occasione per chiedere un cambio di rotta. Dall’altro un movimento in crisi e col suo leader accerchiato dagli alleati di coalizione e dai suoi stessi oppositori interni. La nota leghista in risposta ai forzisti, perentoria, dà la misura del nervosismo in casa Lega. Che prontamente alza il muro su un tema su cui non può certo cedere.
«La legge sulla cittadinanza va benissimo così, non c’è nessun bisogno di ius soli o scorciatoie». Corredata da una foto con Antonio Tajani e Elly Schein vicini, quasi a indicare un tradimento dei forzisti. Negli ultimi giorni Salvini ha inanellato una figuraccia dietro l’altra. Nel giorno dei ritardi pazzeschi sulla rete ferroviaria rivendica la puntualità dei treni italiani. La sua immagine vestito da capotreno diventa subito virale. Come se non bastasse, Fratelli d’Italia vorrebbe la testa dell’ad di Trenitalia, Luigi Corradi (vicino alla Lega), per mettere al suo posto una persona (pare) gradita ad Arianna Meloni. Una bambina rom viene investita e uccisa a Torino, nel parcheggio di un ospedale, e lui pubblica un post con scritto «morta mentre faceva l’elemosina». In realtà, la bimba era lì con la famiglia per trovare un parente ricoverato, e lui si becca l’accusa di voler sciacallare su una disgrazia.
In politica estera non fa in tempo a sorridere per le dichiarazioni del ministro Crosetto, che sembrano andare in direzione favorevole alla Lega, che Giorgia Meloni mette in riga tutti, rivendicando la posizione filoatlantista del governo. Alla fine, al suo ufficio comunicazione non resta che pubblicare lo scambio di gentilezze su X con Elon Musk. Ultimo, ma non ultimo, c’è l’elefante nella stanza (di via Bellerio) che è stato messo lì proprio da Salvini: Roberto Vannacci. Il generale, forte delle sue oltre 500mila preferenze alle europee, avrà sì permesso alla Lega di ottenere un risultato meno pessimo di quanto si poteva prevedere, ma ora chiede il conto.
Nonostante le dichiarazioni di facciata, in cui spergiura di essere in ottimi rapporti con Salvini e di non voler creare un movimento alternativo al Carroccio, Vannacci e i suoi uomini si stanno muovendo in maniera autonoma. Esplicito Umberto Fusco, ex senatore leghista ora fedelissimo vannacciano che sta preparando la due giorni viterbese per metà settembre (qualcuno già la chiama «la Pontida di Vannacci»): «La Lega non la vota più nessuno – ha detto al Foglio – io e Roberto stiamo già pensando al dopo».
Il comitato Il mondo al Contrario potrebbe presto trasformarsi in comitato politico, anche se al momento il generale non conferma né smentisce. La sua comparsata, lo scorso sabato, alla festa leghista di Pontida non ha certo scaldato i cuori della base, ma del resto ai militanti nordisti del Carroccio non è mai piaciuto, anzi.
Se dovesse fondare un suo partito, e prosciugare la Lega anche di quei voti sovranisti e ultradestri che Salvini ha conquistato con la sua svolta nazionalista, gli avversari interni del leader leghista avrebbero un argomento in più in vista del congresso federale che ormai il segretario non può più rimandare oltre l’autunno. Insomma, dopo un’estate bollente, per Salvini si prospetta un autunno caldo.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento