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Salvini e Bossi si contendono la guida del Carroccio

Salvini e Bossi si contendono la guida del Carroccio

Lega I maroniani si affidano al giovane Matteo per battere il vecchio Senatur alle primarie. Tosi non si candida

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 12 novembre 2013

Salvini sì, Tosi no. Come se non bastassero gli scontri tra falchi e colombe nel Pdl e le convulsioni del Pd, anche la Lega, nel suo piccolo piccolo, si prepara al prossimo congresso del 15 dicembre e alle prime primarie della sua storia: il 7 dicembre. Una scelta resa necessarie dalle fratture mai ricucite dopo la caduta di Bossi e dopo che Roberto Maroni ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla carica di governatore lombardo. Ieri scadeva il termine per presentare le candidature. Il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini ha risposto presente e lo ha annunciato su facebook. Il sindaco di Verona Flavio Tosi invece alla fine ha fatto un passo indietro. Sarà dunque Salvini il principale competitor del Senatur che già da giorni aveva deciso di riscendere in campo per contendere di nuovo la sua creatura al controllo dei maroniani.

La segreteria di via Bellerio ha ufficializzato cinque pre-candidature: oltre a Bossi e Salvini, sono in gara anche il vicesegretario federale Giacomo Stucchi, il consigliere regionale emiliano Manes Bernardini e il consigliere comunale di Vizzola Ticino Roberto Stefanazzi. Bocciata invece per “vizi di forma” la candidatura del segretario della Lega della Romagna Gianluca Pini. Tutti dovranno raccogliere mille firme entro il 30 novembre.

La vera partita però è tutta tra Salvini e Bossi. Uno scontro che potrebbe riaprire ferite mai chiuse e che fino all’ultimo si tenterà di evitare anche se ormai sembra troppo tardi. “Adesso abbiamo un lasso di tempo per cercare ancora di più una candidatura unitaria”, ha detto Roberto Calderoli nella veste di responsabile organizzativo. Calderoli vede alla guida del Carroccio “una persona decisa” e non si stupisce per la rinuncia di Tosi: “Mi pare che i suoi obiettivi siano diversi e lo ha dimostrato candidandosi alla premiership del centrodestra”. Dal canto suo il sindaco di Verona spiega di non aver voluto partecipare alle primarie «per favorire la nomina di una candidatura unitaria. Ho messo a disposizione il mio nome per arrivare a una candidatura condivisa, Bossi a parte. Porre sul piatto anche la mia candidatura non mi sembrava utile al movimento. Del resto quella di Salvini, amico, vice come me e segretario della Lega Lombarda, mi sembra forte e non vedo la necessità di un simile confronto». Come dire che i maroniani temono ancora l’appeal di Bossi e non vogliono correre il rischio di presentarsi divisi anche a costo di scontentare i veneti che da sempre lamentano la trazione lombarda della Lega. Matteo il giovane si prepara a battere il vecchio Umberto «con massimo rispetto e gratitudine infinita, con la consapevolezza che Bossi può dire e dare ancora tanto, ma anche che, come mi ha insegnato lui, la vita va avanti e bisogna avere il coraggio di andare oltre».

 

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