Salvini blocca le trattative: «Nessuno sbarco, non mollo»
L'Ue contro il Viminale «Per i ricollocamenti è necessario che gli stati attivino le procedure. L’Italia non l’ha fatto»
L'Ue contro il Viminale «Per i ricollocamenti è necessario che gli stati attivino le procedure. L’Italia non l’ha fatto»
Da quanto Pietro Bartolo è diventato eurodeputato, il medico responsabile del poliambulatorio di Lampedusa è Francesco Cascio, un politico di lungo corso del centrodestra. Ieri ha dichiarato che, dei 13 naufraghi sbarcati dall’Open Arms per motivi sanitari, 12 stavano bene e uno aveva solo l’otite. Un assist per il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha tuonato: «È l’ennesima presa in giro dell’ong spagnola. L’Open Arms ha girovagato nel Mediterraneo al solo scopo di raccogliere più persone possibili per portarle sempre e solo in Italia. Queste ong fanno battaglia politica sulla pelle degli immigrati e contro il nostro paese. Ma io non mollo».
IL REFRAIN della giornata è «io non mollo». Salvini non molla il governo e il suo posto al Viminale ma neppure molla la compagna elettorale, agitando la propaganda anti migranti. Così le sue dichiarazioni proseguono: «Appelli a falsi concetti di “umanità”? Porti aperti? Sbarchi a migliaia? Non in mio nome! Italia, rialza la testa!». La macchina della comunicazione (quella che chiamano la Bestia) lancia la card col suo volto e la scritta: «Lo sai perché Salvini ha tutti contro? Perché ha fermato la mangiatoia dell’immigrazione». È ancora dai social che rilancia i dati diffusi a ferragosto: «In un anno al Viminale, contro tutto e tutti, sbarchi crollati dell’80%». La Bestia ha opportunamente tagliato i dati, poco lusinghieri per la Lega, dei rimpatri: nel 2019 sono stati 6.862, lo 0,7% in meno rispetto ai 6.909 di dodici mesi prima, mentre quelli volontari assistiti sono stati il 53,8% in meno.
A COLPI DI POST, Salvini attacca il Pd ma anche i ministri 5S Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta, che non hanno firmato il suo secondo divieto di ingresso in acque italiane per l’Open Arms («si rischia l’abuso d’ufficio» la loro posizione), mentre in tutti gli altri casi avevano siglato in silenzio. Con la ministra della Difesa la polemica è persino più dura, ai follower viene offerto il sondaggio di Sky «Chi ha ragione?» tra il leader del Carroccio (con tanto di foto in posa da comizio) e Trenta (goffamente impettita), con il 71% pro Salvini cerchiato il giallo. Tanto basta a sancire che i «disumani» sono tutti gli altri, che «balbettando e arretrando, favoriscono il business schifoso dell’immigrazione clandestina». Fino all’arma finale: «Il risparmio di due miliardi di euro grazie ai porti chiusi». Detto proprio quando tutti accusano la Lega di non essere il grado di far quadrare i conti della prossima finanziaria.
DAL VIMINALE ieri hanno anche fatto sapere: «Nessun paese europeo ha avanzato passi formali in direzione dell’accoglienza degli immigrati a bordo». Ma l’Ue su questo ha già più volte risposto: per i ricollocamenti è necessario che i governi attivino le procedure. Prima, in ogni caso, tocca agli stati consentire lo sbarco. Tradotto: l’Italia non ha avviato l’iter che avrebbe consentito la soluzione della crisi, come negli altri eventi. È Salvini che continua a bloccare le trattative di Palazzo Chigi. Mercoledì il premier Giuseppe Conte è venuto allo scoperto accusando il suo ministro di «slealtà» e «strappi istituzionali». Anche se nessuno nel governo ha il coraggio di sconfessare i due decreti Sicurezza.
La Commissione europea, intanto, ha fatto l’elenco degli stati disposti ad accogliere i naufraghi dell’Open Arms: Francia, Germania, Lussemburgo, Portogallo, Romania e Spagna, per poi ribadire «serve urgentemente una soluzione stabile per assicurare che le persone possano sbarcare rapidamente e in sicurezza». Ieri il presidente del parlamento Ue, il dem David Sassoli, ha spiegato: «La mia segreteria è in contatto con il comandante di Open Arms che ci ha descritto condizioni al limite del sopportabile. Auspico che le autorità italiane capiscano la gravità consentendo alla nave di entrare in porto».
SI RITORNA quindi al governo italiano, sull’orlo della crisi ma ugualmente ostaggio di Salvini. Riccardo Magi di +Europa chiede al premier un po’ di coraggio: «L’articolo 10ter del Testo unico sull’immigrazione è chiarissimo: lo straniero, anche irregolare, deve essere comunque condotto per le esigenze di soccorso e di prima assistenza presso appositi punti di crisi. Il ministro dell’Interno non ha il potere di impedire lo sbarco. Conte si attivi subito in prima persona per sbloccare la situazione». Anche il Garante dei diritti dei detenuti ha inviato un monito al governo esprimendo «forte preoccupazione per la perdurante situazione di privazione de facto della libertà delle persone a bordo e per l’impatto che tale situazione ha sui loro diritti fondamentali».
A ferragosto Luigi Di Maio aveva assicurato «la frittata è fatta», annunciando quindi la rottura con Salvini, ma le nuove aperture sembrano consigliare ai grillini prudenza. La senatrice ex 5S Paola Nugnes (vicina a Roberto Fico) dai social incoraggia il Movimento a staccare gli ormeggi: «Il Pd, come il m5s, ha molte anime e tante energie. Una lezione l’hanno ricevuta entrambi dall’elettorato, se vogliono evitare di affogare e scomparire in mare, hanno solo una possibilità, dare spazio alle anime inascoltate fino a ora».
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