Salvate le sale indipendenti dal Covid-19
Maboroshi Il mondo dello spettacolo e in particolare quello del cinema è uno degli ambiti che più sta subendo le conseguenze della pandemia, in Giappone come nel resto del mondo.
Maboroshi Il mondo dello spettacolo e in particolare quello del cinema è uno degli ambiti che più sta subendo le conseguenze della pandemia, in Giappone come nel resto del mondo.
Il mondo dello spettacolo e in particolare quello del cinema è uno degli ambiti che più sta subendo le conseguenze della pandemia, in Giappone come nel resto del mondo. Dalle grandi catene di cinema alle sale indipendenti, al momento chiuse, dalle produzioni cinematografiche sospese, ai palinsesti televisivi che stanno annaspando e via via esaurendo i contenuti. A questo si aggiunga il fatto che, dopo la morte per conseguenze legate al virus, del famoso comico Ken Shimura lo scorso mese, il Covid-19 si è portato via un altro nome noto del piccolo schermo, Kumiko Okaene. Volto noto del piccolo schermo, ma anche voce di molte animazioni, fra cui La ricompensa del gatto/The Cat Returns, prodotto dallo Studio Ghibli nel 2002.
CERTAMENTE poca cosa davanti alla morte di una persona, le difficoltà economiche e il disastro che quasi sicuramente si abbatterà sul mondo del cinema giapponese nei mesi a venire, destano comunque più che una preoccupazione. Già da ora a rischio di collasso sono i cosiddetti mini-shiataa/mini-theater, i piccoli cinema dell’arcipelago e spina dorsale della produzione indipendente fin dai primi anni ottanta del secolo scorso. La pandemia e la conseguente perdita di spettatori anche nei mesi (anni?) a venire potrebbe significare la fine di un una fetta importante di cultura giapponese, val la pena di ricordare, da sempre non supportata dallo stato, al contrario da quanto invece avviene in Francia o nella vicina Corea del Sud.
PER CERCARE di contrastare questa situazione sono partite già da qualche settimana alcune iniziative, come Save the Cinema, raccolta di firme per richiedere fondi speciali al governo, o Mini-Theater Aid, un crowdfunding per aiutare queste sale, iniziato da due autori amati dai circuiti festivalieri internazionali come Ryusuke Hamaguchi (Asako I & II) e Koji Fukuda (Harmonium). Come ha fatto giustamente notare Takashi Asai, direttore di Uplink, una serie di teatri indipendenti presenti nella capitale giapponese, senza sale si rompe la catena virtuosa che permette a registi o autori emergenti la possibilità di trovare spazio e di crearsi e perseguire una carriera. Gli esempi sono innumerevoli, il successo del film rivelazione di questi ultimi anni, Kamera wo tomeru na! Zombi contro zombi, è stato infatti possibile anche grazie al passaparola fra gli spettatori che lo avevano visto nell’unica sala della capitale giapponese in cui fu proiettato nel 2017, il K’s-cinema. Il mondo del cinema indipendente giapponese si sta muovendo e reagendo anche cercando modi di fruizione alternativi. L’ultimo documentario di Soda Kazuhiro, Zero, premiato anche a Berlino, doveva uscire nelle sale giapponesi in maggio e invece sarà distribuito ora in streaming. Come si sta già sperimentando negli Stati uniti, il biglietto per la visione online sarà acquistabile dalla pagina del cinema più vicino e così una parte dell’incasso resterà al teatro.
Tutte queste iniziative sono meritorie , resta il fatto però che da sole non basteranno. Al momento infatti la somma raccolta dal crowdfunding si aggira intorno ai 20 mila euro per ognuno dei 110 cinema indipendenti dell’arcipelago, mancano ancora 20 giorni alla fine del crowdfunding, è la speranza degli organizzatori è quella di arrivare almeno a 30 mila. Si tratta purtroppo di una somma che poco inciderà, perché solamente gli affitti di uno o due mesi e le spese di base per un mese superano di gran lunga questa benevola donazione. I problemi economici e di occupazione purtroppo continueranno ad accumularsi, la pandemia non finirà da un momento all’altro con un colpo di bacchetta magica, ma la società si dovrà riorganizzare trovando una nuova normalità. È ancora tutto da vedere se questo «nuovo mondo» comprenderà anche i piccoli cinema indipendenti.
matteo.boscarol@gmail.com
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