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«Salvate Berlusconi o affossiamo Letta»

«Salvate Berlusconi o affossiamo Letta»Silvio Berlusconi

La decadenza del condannato Le strategie dilatorie del Pdl per rimandare il voto in commissione e in aula. Il Pd resta fermo sul voto contro il Cav. Ma un po' di tempo in più non dispiace neanche ai democrat

Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 18 agosto 2013

Dalle allusioni alla crisi alle minacce esplicite, ma la via d’uscita per Silvio Berlusconi ancora non si vede. Ieri i dichiaratori del Pdl in servizio estivo hanno curato di mantenere alta la tensione sul governo e sul Pd, partner nelle larghe intese. In attesa che il Cavaliere si decida a prendere posizione, facendo sapere in che modo intende rispondere alla nota del Quirinale che ormai è vecchia di cinque giorni. Ma niente, Berlusconi tace, segno evidente che tutti i consigli di guerra con i fedelissimi, gli avvocati e i figli non hanno ancora prodotto un’idea.In questi casi, si sa, anche l’umore conta e quello del tre volte presidente del Consiglio bloccato in Italia dal ritiro del passaporto è un umore nerissimo da quando, venti giorni fa, è stato condannato definitivamente a quattro anni di carcere per frode fiscale (tre coperti dall’indulto).
Non risolvendosi a imboccare la strada indicata da Napolitano – e cioè riconoscere la condanna, scegliere l’affidamento in prova ai servizi sociali e magari anche dimettersi da senatore per preparare il terreno a un gesto di clemenza – Berlusconi si avvia ad approfittare di tutto il tempo che gli resta da uomo libero. Non poco, perché può aspettare fino a metà ottobre per comunicare la sua scelta tra arresti domiciliari e servizi sociali e affidarsi poi ai tempi lunghi nei quali in genere il tribunale di sorveglianza decide sugli affidamenti in prova, fino a 10 mesi.
Ben si capisce allora come il problema più urgente per Berlusconi torni a essere il voto del senato sulla sua decadenza. La giunta per le elezioni comincerà il 9 settembre quella che si preannuncia come una lunga maratona. Il Pdl può contare sul relatore Augello che di certo si esprimerà, senza nessuna fretta, contro la decadenza: è così da escludere la procedura veloce che passa per l’approvazione semplice della relazione. Pd e M5S in giunta hanno la maggioranza ma dovranno passare per una «procedura d’incolpazione» pubblica che prevede la partecipazione del Cavaliere. E mille sono le altre eccezioni che il centrodestra si avvia a presentare, dall’incostituzionalità della legge Severino (che prevede la decadenza) alla sua irretroattività, dagli effetti dell’indulto a quelli dell’affidamento in prova.

E se tutto questo dovesse non bastare, il Pdl già mette avanti l’arma estrema della minaccia al governo, legando la sorte di Berlusconi a quella di Letta. Se il Pd vota per la decadenza, ripetono ogni giorno tanto i «falchi» quanto le «colombe» berlusconiane, le conseguenze sull’esecutivo di larghe intese saranno immediate. E siccome il Pd non può che tener fede a quanto sta dicendo da giorni e dunque votare contro Berlusconi, meglio per tutti sarebbe rinviare il voto di qualche settimana, o qualche mese.

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