Un pasticcio. Risolto – si spera – con l’aiuto del Quirinale. Il decreto «Salva precari bis» della scuola deve essere cambiato. Si lavora alle limature per venire incontro ai rilievi del presidente della repubblica Sergio Mattarella e scongiurare il rischio di far saltare l’intero impianto del provvedimento. Il «salva-precari bis», approvato dal Cdm del 10 ottobre, tardava infatti ad essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale: il motivo è presto detto, conteneva norme a forte rischio di incostituzionalità e quindi di ricorsi.

«Sarà inviato a breve per la firma del capo dello Stato», assicurava ieri il Ministero dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti dopo che sono state suggerite modifiche al decreto tra gli uffici legislativi. I problemi riguardavano i partecipanti ai concorsi. I Direttori dei servizi generali e amministrativi (coloro che affiancano i dirigenti e sono a capo del personale non docente) senza laurea non potranno accedere al concorso riservato, mentre al concorso straordinario per i docenti precari potranno partecipare anche quelli delle paritarie, ma solo in funzione abilitante. Non entreranno insomma nel novero dei 24 mila docenti, oggi supplenti, che saliranno in cattedra da titolari appena vinceranno il concorso.

I sindacati – Cgil, Cisl, Uil, Gilda e Snals – che avevano firmato l’intesa con il ministro Fioramonti il 1 ottobre, sono sull’allerta: «Ci auguriamo che dietro le ventilate questioni giuridiche non si nascondano questioni di natura politica tali da modificare i contenuti dell’intesa del 1 ottobre che va integralmente recepita nel decreto», avverte il leader della Cgil Scuola, Francesco Sinopoli. «Siamo in attesa del decreto, con l’auspicio che sia pubblicato nel minor tempo possibile, non possiamo mettere in discussione il numero dei posti messi a disposizione per le assunzioni anche perché la regolarità del nuovo anno scolastico passa attraverso la stabilizzazione dei precari, i 24 mila docenti della secondaria: se le prove non si concludono entro giugno nche il prossimo anno rimarremo con le cattedre vacanti», esorta Maddalena Gissi, numero uno della Cisl Scuola. «Un decreto urgente, che è ancora fermo e che interessa migliaia di persone, è di per sé la dimostrazione di difficoltà politiche che vanno risolte rapidamente», fa notare il segretario Scuola Uil, Pino Turi, che aggiunge: «Nessuno vuole discriminazioni. I provvedimenti devono essere complessivi ed equi per tutti».