Salute bene comune e democrazia diretta
Comitato Rodotà La coalizione a vocazione referendaria dovrà servire quale nucleo di una rete permanente di cittadinanza capace di attivarsi e reagire, nel caso che l’emergenza venga trasformata in occasione di smantellamento e saccheggio dei beni pubblici e comuni
Comitato Rodotà La coalizione a vocazione referendaria dovrà servire quale nucleo di una rete permanente di cittadinanza capace di attivarsi e reagire, nel caso che l’emergenza venga trasformata in occasione di smantellamento e saccheggio dei beni pubblici e comuni
Oggi si terrà su zoom un’assemblea con oltre 600 iscritti del Comitato Rodotà per discutere e approvare un’articolata mozione (consultabile su www.generazionifuture.org) della quale offriamo una sintesi.
«Il 30 gennaio 2020 l’Oms ha dichiarato..l’ “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale”. In Italia (…) la pluralità dei livelli di attuazione ha manifestato.. difformità interpretative e applicative esponendo i diritti civili che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale ad estemporanei protagonismi locali (…) che creano un’oggettiva incertezza per i cittadini… Il rischio di arbitrio di ogni singola pattuglia è del tutto evidente (…)
Di fronte a gravi rischi per l’ordinata convivenza costituzionale… il Comitato Rodotà, pur nell’assoluto rispetto del lavoro svolto dalle istituzioni in condizioni sanitarie difficilissime… e del sacrificio di tante persone di buona volontà, interviene in virtù della sua posizione assolutamente apartitica e del proprio mandato statutario… di difendere la democrazia diretta e partecipativa (…)
L’emergenza ha nei fatti sospeso la partecipazione politica della cittadinanza, priva di canali istituzionali (e non: piazze chiuse) per contribuire alla cosa pubblica.
Si tratta di una tragica necessità, forse, ma ancor più tragico è sostituire il dibattito politico con (…) scelte determinate da vere o presunte verità scientifiche o promesse tecnologiche (…) I medici hanno il dovere di curare i malati, ma è la politica che deve metterli in condizioni di farlo, senza richieder loro eroismo, tutelandone l’incolumità fisica tramite dotazioni degne (…)
Il Comitato Rodotà invoca un immediato seppur graduale ritorno alla normalità costituzionale attraverso il rispetto assoluto da parte di tutti i decisori istituzionali delle sue forme: nel diritto la forma è sostanza.
Il rischio di derive autoritarie permanenti è troppo grave in una fase tanto drammatica..in cui forze eversive potrebbero mettere in discussione non solo le forme ma anche i valori della Costituzione (…) Oggi gli strumenti di controllo sociale di natura tecnologica sono troppo invasivi e incontrollabili dalle istituzioni politicamente legittime per poter essere adottati in clima di panico (….)
Servono garanzie di vigilanza partecipata forte ed immediata su soluzioni tecnologiche che possono …affossare… la privacy, bene comune fondamentale, che fu tanto caro a Stefano Rodotà… forme popolari di controllo sull’utilizzo delle nuove tecnologie. Per farlo occorrono garanzie pubbliche di accesso alla rete (…).
Diviene dunque ancor più essenziale.. che l’Italia si doti immediatamente di una infrastruttura telematica pubblica, al fine di garantire i principi della rappresentanza, senza ulteriori pericolosi rinvii, nonché valorizzare gli strumenti di democrazia partecipativa e diretta previsti dalla nostra Costituzione.
Il referendum costituzionale sul numero dei parlamentari non può essere rinviato sine die e potrebbe essere la prima occasione concreta di riflessione sull’utilizzo di una tale piattaforma (…)
Il Comitato Rodotà annuncia che intende (…) studiare la proposizione di un Referendum per l’abrogazione della normativa che con la riforma del 1992 (L. 23/10/1992 n 421) ha reso la nostra sanità pubblica esposta al virus neoliberale, producendone l’indebolimento strutturale a favore dei privati, causa principale del disastro sociale in corso (…)
La coalizione a vocazione referendaria…dovrà servire quale nucleo di una rete permanente di cittadinanza capace di attivarsi e reagire, nel caso che l’emergenza Coronavirus venga trasformata in occasione di smantellamento e saccheggio dei beni pubblici e comuni degli italiani (…) la salute è un bene comune e i presidi sanitari devono essere normati in modo coerente con la loro funzione di beni pubblici sociali a suo tempo individuata dalla Commissione Rodotà… il lavoro politico, anche di natura parlamentare, necessario per calendarizzare la discussione della LIP di riforma del Codice Civile, non va interrotto (…) Si tratta di una riforma strutturale ancor più essenziale dopo questa crisi (…)
La ricostruzione…va incominciata subito… nello spirito di leale collaborazione con le istituzioni e con i movimenti sociali che ha sempre caratterizzato l’azione del Comitato Rodotà».
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