Raramente accade nelle vicende degli uomini che memorie importanti e condivise trovino in una città sola come una ricomposizione, una loro quieta e fattiva riviviscenza. La città è Salerno, un poeta grande, Alfonso Gatto, scriveva: «Salerno rima d’eterno». Ed eterna, speriamo, permanga, la memoria di quel miracolo culturale che nel medioevo tra quei vicoli, su quella collina adagiata sul golfo, si compì.

Ebrei ed Arabi, Cristiani, medici sapienti, ebbero a raccogliere una sapienza antica e conoscenze provenienti dall’antichità più remota, dall’una e dall’altra sponda del Mediterraneo, acquisite, sedimentate, finalmente raccolte e rielaborate nella Schola Medica Salernitana, la cui fama percorse tutta l’Europa ed ancora perdura.

Studi più recenti, interpretazioni e ricerche accurate, hanno acclarato che un ruolo, in quella scuola, la ebbero le donne, è certo che Trotula De Ruggiero fu una scienziata e ginecologa eminente. Una via, suggestiva, le è dedicata, proprio nella Salerno storica e salendo ci porta in via Ferrante di Sanseverino dove si trovano i Giardini della Minerva.

Ne parliamo con il direttore, Luciano Mauro. Questi giardini, terrazzati, situati in luogo riparato dai venti di tramontana, addossati alla collina, adibiti dal 2004 a giardino dei semplici visitabile dal pubblico (ingresso 3 euro) racchiudono uno scrigno, un tesoro botanico curato con perizia ed amore.

Una pubblicazione preziosa, Il Giardino della Minerva, opera dello stesso direttore e di Paola Valitutti, ne racconta la genesi. Una storia lunghissima. Se non riuscite a trovare il libro, per una volta la televisione si mostra utile: è possibile visionare una intervista al direttore su Rai 3. Quanto c’è da sapere, ma quanto c’è da vedere, annusare, sfiorare. Un herbarium, tutte le specie officinali, o quasi tutte, che nel Regimen sanitatis salernitanum, erano indicate per guarire o almeno attenuare i malanni che affliggono uomini e donne. E noterete la freschezza quando altrove era calura opprimente, qui, ai Giardini della Minerva, grazie alle ricerche archeologiche approfondite, è stato ripristinato il ciclo delle acque che sin dal medioevo irrigava questi orti e giardini.

Le cisterne, costruite sotto per risparmiare spazio, un sistema di canalizzazione, vedrete l’acqua che scorre e tutto rinfresca. Un luogo meraviglioso, i ricordi della medicina antica, le teorie dei quattro elementi, le teorie degli umori, con una intelligente e razionale descrizione di ogni pianta, potrete sapere come si chiama, il suo nome botanico e quale posto occupava nella farmacopea. Cinquantamila visitatori all’anno, la nomea di questi Giardini della Minerva ha varcato i confini dell’Italia. Pergolati con agrumi, viti, glicine, gelsomini, parcelle a quinconce, fontane, intonaci lietamente decorati, fontane con mascheroni a forma di Gorgona.

Chi adora le erbe officinali e volesse anche gustare una tisana, può farlo. Si chiama Silvatica ed è dedicata al grande medico Mattheus Sylvaticus. Laboratori, attività per i bambini, troverete di tutto. Proprio qui, i dottori della Schola Medica avrebbero avuto i propri horti per la loro medicina.

Veniteci, la bellezza e la cura del luogo sarà certamente balsamo, anche per voi.