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Salario, Meloni strappa il rinvio. Pd e 5S: «Basta prese in giro»

Salario, Meloni strappa il rinvio. Pd e 5S: «Basta prese in giro»Giorgia Meloni – Ansa

Lavoro La proposta domani in aula alla Camera, la maggioranza voterà lo spostamento a settembre. Calenda annuncia: «Vedrò la premier»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 26 luglio 2023

La questione salariale precipita al centro del dibattito politico di mezz’estate e genere la mobilitazione delle destre, nel tentativo di reagire al sasso lanciato dalle opposizioni. Ieri era la giornata nella quale la commissione lavoro della camera avrebbe dovuto esaminare l’emendamento soppressivo della proposta di legge sul salario minimo. L’organismo si riunisce a fine giornata, quando sono finiti i lavori d’aula. Prima ancora, tuttavia, Giorgia Meloni torna sull’apertura che aveva formulato nei giorni precedenti. Dice che c’è bisogno di tempo per aprire il dialogo tra maggioranza e opposizioni e dunque ribadisce quanto sostenuto dalle forze politiche che la sostengono nei giorni scorsi: «Riparliamone a settembre». Per le opposizioni, invece, congelare tutto significa buttare la palla in avanti per aggirare il problema.

MELONI, IN OGNI caso, ribadisce di essere contraria alla definizione di un salario minimo legale e afferma la necessità di affidare tutto «alla contrattazione». Proprio su questo tema insiste la proposta di legge annunciata da Forza Italia. Prevede che alle attività lavorative non coperte da un contratto collettivo nazionale il salario si applichi il contratto collettivo nazionale leader per il settore di riferimento. C’è poi l’idea di detassare la tredicesima, il lavoro straordinario e quello notturno. Nell’idea di Antonio Tajani e del capogruppo Paolo Barelli, che l’hanno presentata alla stampa, la misura sarebbe strutturale: si prevede lo stanziamento di un miliardo di euro da reperire tramite taglio lineare alla spesa dei ministeri e attingendo al fondo sociale per la formazione e l’occupazione. Via Twitter Calenda risponde così agli azzurri: «Caro Antonio Tajani, molto felice di questa proposta, perché è esattamente, ripeto, esattamente, quanto previsto dalla nostra proposta sul salario minimo».

MA NON È TUTTO. L’attivismo improvviso delle destre per rivelare una sensibilità ai temi del lavoro prosegue anche al Senato. È stato approvato un ordine del giorno dei capigruppo della maggioranza nell’ambito della discussione della mozione del Movimento 5 Stelle sull’introduzione di un salario minimo garantito. Il testo impegna il governo «a proseguire le politiche che hanno portato in questi mesi l’Italia ad una crescita economica superiore alla media dei paesi dell’Unione europea» e «ad attivarsi per dare ulteriori risposte al problema del lavoro povero, individuando gli strumenti più idonei, anche al di là del salario minimo». Per la maggioranza in Senato occorre che l’esecutivo si impegni a «effettuare un monitoraggio dell’applicazione dei contratti collettivi nazionali di lavoro» e «evitare qualsiasi forma di intervento che spinga al ribasso i salari medio-bassi».

IN SERATA, la commissione. Avendo la maggioranza deciso di non votare, pur senza ritirarlo, l’emendamento soppressivo si andrà senza mandato al relatore giovedì in aula, dove approderà il testo base. Qui il centrodestra proporrà una questione sospensiva. È un artificio tecnico che ha già sperimentato per un’altra questione dolente: il Mes. L’obiettivo è rinviare di due mesi la discussione sul provvedimento. Da qui a fine settembre, dicono da destra, si dovrebbe aprire un dialogo tra maggioranza e opposizioni. «C’è una opposizione che si pone in modo molto responsabile, garbato, serio, e penso sia giusto dare dei segnali di confronto, indipendentemente dal fatto che poi troveremo o meno una soluzione», dice Meloni. Un’esca per Calenda, il quale dice di «sperare in un compromesso». Tutt’altri toni usano dal Partito democratico, dove sono sul piede di guerra. Il leader del M5S Giuseppe Conte chiude a ogni intesa: «Giorgia Meloni oggi ha dichiarato che il salario minimo ‘funziona molto bene come slogan’. Noi ricordiamo i suoi di slogan. Il salario minimo legale è una cosa seria, riguarda quasi quattro milioni di lavoratori. Basta rinvii e prese in giro».

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