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Saffirio, azienda bio al femminile

Saffirio, azienda bio al femminile

Buone pratiche L’imprenditrice Sara Vezza, vincitrice del premio Donne e sostenibilità, racconta come ha trasformato l’azienda di famiglia: «Non ho mai fatto vino pensando al fatturato, ma con l’idea di cambiare il mondo»

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 13 gennaio 2022

La titolare della cantina Josetta Saffirio racconta come ha trasformato la piccola realtà di famiglia in un’azienda sostenibile e strutturata.

HA VINTO IL PREMIO nazionale Donne e sostenibilità promosso dall’Istat, è imprenditrice a tempo pieno ed è madre di quattro figli. Sara Vezza, titolare dell’azienda vinicola Josetta Saffirio a Castelletto, in Piemonte, racconta una storia, la sua, che sembra avere per protagonista un super eroe. La realtà però è un’altra: «Oggi, all’età di 40 anni, raccolgo i frutti di 20 anni di dedizione totale alla mia attività. Ho 4 figli e il mio lavoro è il quinto». Nessun super potere dunque, solo tanta passione, determinazione e forza di volontà.

PADRE ENOLOGO E MADRE AGRONOMA, Sara ha capito di voler prendere in mano l’azienda di famiglia una sera d’estate, quando appena diciassettenne, sdraiata su un campo tra le lucciole, ha sentito il suo corpo affondare nella terra, come le radici di una pianta: «È stata una sensazione talmente forte e pregnante da ricordarla ancora oggi, a distanza di 25 anni, e in quel momento ho realizzato che mai avrei potuto rinunciare a tutto quello che mi circondava».

A SOLI 22 ANNI SARA SI E’ BUTTATA a capofitto in questa nuova avventura imprenditoriale. Ha ereditato una piccola realtà che produceva un migliaio di bottiglie all’anno e l’ha trasformata in un’azienda strutturata e sostenibile: «Oggi, 19 anni dopo aver cominciato, ho pigiato 110 mila bottiglie di vino, un salto importante non solo dal punto di vista dei numeri, ma soprattutto per quanto riguarda la qualità e l’impostazione che ho voluto dare all’azienda».

LA SCELTA DI PASSARE AL BIOLOGICO è stata fondamentale e necessaria: «Non tolleravo i prodotti chimici utilizzati per il trattamento delle viti – racconta Sara Vezza – così ho deciso di intraprendere la faticosa strada verso la produzione biologica, che prevede l’utilizzo in vigneto solo di prodotti di copertura dalle malattie fungine che attaccano le piante, quali rame e zolfo. Poi, nell’anno 2017, è arrivata finalmente la certificazione di Azienda Sostenibile Ecoprowine e di Azienda Biologica certificata dal CCPB».

NON SOLO PRODOTTI DI QUALITA’. Nell’azienda di Sara c’è molto di più: «È fondamentale il legame dell’attività con il territorio e il paesaggio. Ho sempre cercato di raccontare le Langhe attraverso il vino. Non ho mai ambito ad un prodotto internazionale, voglio solo coltivare vitigni autoctoni e sentire nel bicchiere la terra da cui originano». Anche per questo alla Josetta Saffirio lavorano sei persone del territorio, tutti sui 30 anni. Una squadra piena di energie, dinamica e molto motivata. Ma il rapporto con la comunità circostante resta imprescindibile: «Abbiamo costituito un’associazione di donne per avviare progetti di economia circolare nel comune di Monforte e magari generare un modello che sia esportabile nelle Langhe o in altre zone vitivinicole. Inoltre sto lavorando a progetti di formazione gratuita da offrire alle scuole enologiche del territorio per rafforzare l’aspetto legato all’imprenditorialità spesso carente».

ANCHE DAL PUNTO DI VISTA architettonico l’impresa agricola di Sara Vezza si dimostra all’avanguardia. La cantina è stata interamente rinnovata per ottimizzare i costi energetici, grazie all’isolamento termico con il sughero e un impianto fotovoltaico di 20 kilowatt; l’architettura dell’azienda segue inoltre il processo logico di vita del vino: il primo piano è riservato alla ricezione delle uve e fermentazione; il piano interrato all’affinamento e imbottigliamento. «E poi è perfettamente integrata con il paesaggio – continua – oggi si vedono cantine nuove che non hanno niente a che vedere con il territorio per quanto belle, ma se vivi nelle langhe, a mio avviso, devi saperle raccontare anche in questo senso».

L’AZIENDA STA INOLTRE PORTANDO AVANTI un progetto di tutela della flora e della fauna dedicando una parte della superficie aziendale a bosco gestito: gli alberi vengono curati e ripuliti in modo che possano crescere sani. A questo si lega un’area di birdgardening e la creazione di tane naturali per ricci e tassi: «Lo stiamo facendo perché nella nostra zona sono rimaste poche aree boschive, visto che i vitigni hanno preso il sopravvento. Gli animali inoltre se non hanno spazi adeguati tendono ad invadere le vigne, facendo danni».

VINI DI ALTA QUALITA’, RISPETTO del cliente e dell’ambiente. Sara Vezza lavora per le future generazioni di vignaioli che guarderanno al suo operato, e per i suoi quattro figli: «A loro non voglio tanto tramandare l’azienda, quanto i valori su cui poggia. Per me fare vino non significa fatturare, ma cercare di rendere il mondo un posto migliore, nel mio caso, attraverso l’agricoltura». A chi si stesse domandano se sia possibile essere imprenditrice e madre di quattro figli, lei risponde così: «Non posso pensare di sacrificarmi a fare solo la mamma perché non sarei felice e non riuscirei a dare a loro l’attenzione e l’amore che meritano. Voglio che possano guardarmi e vedere anche una donna realizzata».

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