Sabir Festival, conclusa l’edizione 2020
Si è conclusa ieri la sesta edizione di Sabir, Festival diffuso delle culture mediterranee. Dopo gli appuntamenti di Lampedusa (2014), Pozzallo (2016), Siracusa (2017), Palermo (2018) e Lecce (2019), quest’anno […]
Si è conclusa ieri la sesta edizione di Sabir, Festival diffuso delle culture mediterranee. Dopo gli appuntamenti di Lampedusa (2014), Pozzallo (2016), Siracusa (2017), Palermo (2018) e Lecce (2019), quest’anno […]
Si è conclusa ieri la sesta edizione di Sabir, Festival diffuso delle culture mediterranee. Dopo gli appuntamenti di Lampedusa (2014), Pozzallo (2016), Siracusa (2017), Palermo (2018) e Lecce (2019), quest’anno il formato è stato esclusivamente digitale, all’insegna del distanziamento fisico ma anche della vicinanza sociale. Positivo il bilancio degli organizzatori: 2 milioni le persone raggiunte, 100 mila le interazioni e 8 mila gli spettatori complessivi delle dirette.
Il festival è stato promosso da Arci, insieme ad Acli, Caritas italiana e Cgil, in collaborazione con A Buon Diritto, Asgi e Carta di Roma, e ha visto la presenza dell’Unhcr e il sostegno dell’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali). I temi principali che hanno attraversato dibattiti, momenti di formazione, seminari e conferenze sono stati: confini, respingimenti, lavoro, regolarizzazione, povertà e caporalato.
«In collaborazione con la direzione generale del ministero del Lavoro abbiamo tenuto una due giorni di formazione sul tema della lotta al caporalato – ha affermato Filippo Miraglia, dirigente nazionale dell’Arci – Speriamo di aver fatto un buon passo in avanti, sia per il livello della discussione che per l’alta partecipazione. L’idea è costruire una comunità di buone prassi contro questa piaga».
Nella conferenza stampa conclusiva, che è stata coordinata ieri da Paola Barretta (Carta di Roma), sono intervenuti anche: Oliviero Forti (Caritas), che si è concentrato sulla questione dei respingimenti dei migranti lungo le frontiere esterne e in particolar modo sulla rotta balcanica; Giuseppe Massafra (Cgil), che ha posto l’accento sulla costruzione di reti internazionali e la definizione di rivendicazioni da presentare al parlamento europeo; Antonio Russo (Acli), che ha affrontato il macro-tema della povertà e l’esigenza di rendere il reddito di cittadinanza uno strumento veramente universale; Lorenzo Trucco (Asgi), che ha discusso i limiti del recente provvedimento di sanatoria alla base del «flop» di richieste di regolarizzazione presentate nelle prime settimane.
L’appuntamento è alla prossima edizione, in un 2021 in cui, si spera, sarà di nuovo possibile affollare fisicamente gli eventi.
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