Tra l’Otto e il Novecento, per un lungo periodo, i vasti territori della letteratura latina dell’Umanesimo italiano furono percorsi quasi solitariamente da Remigio Sabbadini (1850-1934). Beninteso: anche altri eruditi contribuirono a dissodare, con acume non omogeneo e spesso in barba alle mode accademiche correnti, quei campi non sempre morbidi. Penso, per esempio, a un protagonista come Francesco Novati. E tuttavia a nessun altro nome si può agganciare una mole equivalente per ricchezza e novità di ricerche specifiche, di osservazioni in dettaglio e di pubblicazioni su maggiori e minori, da Guarino Veronese a Lorenzo Valla, da Francesco Barbaro a Giovanni Pontano....