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Run DMC, poesia rap rock

Run DMC, poesia rap rockI Run DMC, a sinistra Run, al centro DMC, a destra Jam Master Jay (foto AP)

Anniversari/40 anni fa il terzo singolo del trio avviava un nuovo genere e anticipava il primo album Il gruppo di NYC rappresentava l'essenza della cultura hip hop incarnando lo spirito di una nuova ondata

Pubblicato 9 mesi faEdizione del 2 marzo 2024

All’inizio di marzo del 1984 i Run DMC pubblicarono Rock Box, il singolo che avrebbe rivoluzionato il panorama musicale statunitense, introducendo la musica rap al pubblico mainstream. L’ascesa del gruppo, una crew originaria di Hollis, un sobborgo del Queens, composta dagli mc Joseph «Run» Simmons e Darryl «DMC» McDaniels, e dal dj Jason «Jam Master J» Mizell (assassinato nel 2002), evidenziò in modo significativo il potenziale commerciale del rap, trasformandoli nelle prime vere superstar della scena.
Già da qualche anno, sull’onda del successo di Rapper’s Delight del 1979, erano stati pubblicati diversi singoli rap e le etichette indipendenti nere più prossime alle forme musicali popolari emergenti dalla scena underground, erano in fermento per quel sound che proveniva dal Bronx. Tuttavia le prime pubblicazioni su vinile tentavano di addomesticare troppo quel sound crudo, rendendolo più accessibile e facilmente assimilabile da un pubblico più vasto, attraverso l’uso di basi orecchiabili. Brani come 8th Wonder della Sugarhill Gang, Funk You Up delle Sequence, Feel the Heartbeat dei Treacherous 3 e Rocking It dei Fearless 4 rappresentavano solo alcuni esempi di questa tendenza.

MISSIONE RECUPERO
I Run DMC si distinsero proponendo un sound radicalmente diverso, la loro missione era quella di recuperare l’essenza del genere, l’autenticità grezza caratterizzata da una combinazione irresistibile di break funky, rock e soul, nella sua forma più autentica, simile alle esibizioni live dei dj hip hop. Il gruppo rappresentava l’essenza di quella cultura urbana, incarnando l’avanguardia di una nuova ondata di originalità che stava emergendo nella scena rap.
L’incontro con il produttore Larry Smith rappresentò un momento significativo nella creazione del loro sound. L’abilità di Smith nel manipolare la drum machine e creare beat potenti è stata cruciale nel definire il loro stile dinamico e aggressivo. Dopo aver siglato un contratto con la Profile, il 27 marzo 1984 i Run DMC pubblicarono il loro album d’esordio, intitolato semplicemente Run DMC. Il successo dei singoli estratti dall’album, tra cui brani iconici come It’s Like That/Hard Times, Sucker M.C.’s e l’indimenticabile Rock Box, li portò rapidamente a ottenere il disco d’oro, fu il primo album rap a conquistare tale prestigioso riconoscimento. Il brano Rock Box, in particolare, non solo contribuì al successo dell’album, ma plasmò anche il sound dell’hip hop negli anni Ottanta, dando vita a un nuovo sottogenere, il rap rock. Il brano offrì al duo la piattaforma perfetta per esibirsi nel loro stile unico, caratterizzato da versi incisivi e giochi di parole serrati, trasformandoli nel contempo nei precursori di un genere crossover che, pur mescolando stili diversi, negli anni diventerà sempre più popolare.
Niente band o arrangiamenti complessi: una drum machine, un dj con due piatti e una chitarra elettrica diedero vita a un sound che avrebbe fatto vibrare le strade e i club di tutto il mondo. La batteria campionata da The Big Beat di Billy Squier fornì un solido fondamento ritmico, mentre il riff di chitarra distorto e l’assolo improvvisato aggiunsero un tocco di energia e vitalità. Per la prima volta, il sound rock power chord incontrò le liriche percussive del rap e gli scratch, creando qualcosa di completamente nuovo.
«Avevamo una visione chiara di come volessimo che suonassero i nostri dischi -ricorda DMC – non volevamo seguire l’esempio della Sugarhill Gang. Volevamo creare qualcosa di nuovo, qualcosa che catturasse l’essenza dei party di dj leggendari come Grandmaster Flash, Grand Wizzard Theodore e Charlie Chase. Per Rock Box, avevo in mente qualcosa basato su The Big Beat. Larry mi passò la drum machine DMX e mi disse di creare un beat originale, così lo realizzai. Successivamente io e Run avevamo registrato le nostre. Una volta tornati in studio, Larry aveva aggiunto nuovi elementi, le campane, la chitarra, la linea di basso, trasformandola in una vera hit». Quella chitarra distorta è considerata dal produttore e batterista dei Roots, Questlove, il vero sound rap degli anni Ottanta: «Un suono capace di tracciare una linea di continuità tra artisti come Prince e i Def Leppard e pezzi come I Need a Beat di LL Cool J e Jailhouse Rap dei Fat Boys».
Quando Larry Smith propose l’idea di un beat basato su una chitarra rock, incontrò una certa resistenza da parte dei due Mc che preferivano quello creato da DMC. L’idea di Smith li avrebbe portati in un territorio sconosciuto, carico di incertezze sulla propria direzione musicale e sulla reazione del pubblico. Tuttavia il feedback si rivelò incredibile e il pezzo fu immediatamente apprezzato sia dai fan del rap sia da quelli del rock. «Non eravamo sicuri di come sarebbe stata accolta la versione con la chitarra – confessa DMC – ma quando Dj Red Alert l’aveva trasmessa nel suo programma radiofonico, le persone l’avevano subito amata».

IL PRIMO VIDEO SU MTV
Rock Box fu anche il primo video rap trasmesso su Mtv. L’inizio presenta una lunga sequenza in cui il comico Irwin Corey narra l’origine del rap, seguita dalla performance dei Run DMC nel club Danceteria di New York di fronte a un pubblico variegato composto da giovani di diverse etnie che si divertono insieme. Queste immagini ebbero un’importanza notevole nel contesto politico e sociale dell’epoca. Infatti le politiche dell’amministrazione Reagan di quel periodo criminalizzavano i giovani neri e diffondevano una visione distorta dei quartieri più poveri. Secondo la narrazione di Bill Adler nella sua storia sull’etichetta discografica Def Jam, l’inclusione di individui bianchi nella sequenza aveva lo scopo di trasmettere un messaggio rassicurante. Tale messaggio sottintendeva che non solo era accettabile per una persona bianca apprezzare i Run DMC, ma anche la possibilità di condividere tranquillamente momenti di divertimento con coetanei di etnie diverse. Secondo Ann Carli della Jive Records, «i Run DMC non avevano un aspetto minaccioso, si presentavano come figure vivaci e colorate, perfettamente adatte al formato di Mtv».
Come ha ricordato DMC, «Mtv non aveva mai trasmesso video rap. Non la guardavamo e non pensavamo che realizzare un video per quella emittente fosse una grande opportunità. A quei tempi eravamo più interessati a ottenere visibilità su emittenti e trasmissioni locali come New York Hot Tracks e Video Music Box». Ciò che catturò l’attenzione dei produttori di Mtv fu proprio la presenza di quel riff di chitarra che conferiva originalità al pezzo. L’emittente che in passato era stata oggetto di critiche e controversie per la sua politica discriminatoria nei confronti della musica nera, iniziò ad ampliare la sua programmazione con la crescente popolarità di artisti come Michael Jackson e Prince. Così in quei primi mesi del 1984, l’accoglienza riservata al video rap di un gruppo composto da tre giovani afroamericani rappresentò un ulteriore passo verso una maggiore inclusione e differenziazione di generi all’interno dell’emittente. Per il gruppo e per la musica rap, ciò significò la conquista del mainstream.

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