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Ruigoord, utopie Beat e oltre

Ruigoord, utopie Beat e oltre

Il villaggio Alla periferia di Amsterdam resiste la comunità di artisti, enclave fondata nel 1972

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 17 dicembre 2022

Era il 1965 quando fu pubblicato il «Manifesto Provo» che in forma di resistenza pacifica provocava la reazione violenta delle istituzioni. Un’idea di contro cultura anarchica che nella città di Amsterdam vietava le automobili, da sostituire con delle biciclette bianche, in uso comune a tutti senza lucchetto. Neanche questa però era un’idea di facile realizzazione. I Provo procurarono le prime 50 biciclette ma la polizia le confiscò subito adducendo che si trattava di un invito al furto. Fortunatamente nella Amsterdam di oggi le biciclette hanno la precedenza su tutti, a parte i tram anche sui pedoni.

Quello dei Provos è stato un movimento che è durato appena due anni, fino a quando durante le manifestazioni contro la guerra nel Vietnam venne brutalmente represso dalla polizia con centinaia di arresti. A seguito della dura repressione il capo della polizia e il sindaco di Amsterdam si dovettero dimettere ma dopo solo pochi mesi scomparvero anche i Provo e lasciarono il campo ad altri gruppi di anarchici olandesi, situazionisti internazionali e in generale alla cultura hippie che promuoveva lo squatting delle case abbandonate per creare delle comunità abitative alternative.

Il villaggio e la lotta
Tra queste nel ’72 fu fondato il villaggio di Ruigoord nei sobborghi di Amsterdam, a dieci chilometri dalla città dove era in costruzione il porto, tra sterminati depositi di gas e navi ormeggiate sul porto canale. Quando poi ne è stato ordinato lo sgombero la zona è stata difesa e barricata per contrastare gli attacchi della polizia. Però per gli abitanti dell’antico villaggio di Ruigoord c’è stato poco da fare, il gigantesco porto in costruzione e l’industria petrolchimica hanno spazzato via le case dei residenti. Anche la chiesa sarebbe dovuta sparire e nel 1973 il parroco locale, anche lui contrario alle demolizioni, ha celebrato l’ultima messa e consegnato le chiavi della chiesa agli squatters. Il giorno successivo, la strada per il villaggio è stata barricata e i Kraker colonizzatori guidati da Hans Plomp e da Gerben Hellinga sono riusciti con successo a fermare le ruspe nella zona del villaggio. La battaglia legale per una estesa «zona verde» è durata 22 anni, non ha avuto successo ma, grazie alla resistenza delle comunità degli artisti residenti è stato concesso a Ruigoord di diventare una enclave, un porto franco culturale all’interno del porto di Amsterdam.

Utopia continua
Oggi il progetto continua e si evolve in «una comunità contemporanea di artisti dove la vita è integrata ad esperimenti comuni». Le attività e gli eventi sono organizzati su base volontaria: «I proprietari dello studio insieme formano il consiglio del villaggio. Dal consiglio del villaggio vengono compilati il comitato studio, il comitato artistico, il comitato affitti, il comitato sostenibilità, il comitato rifiuti e altri comitati occasionali. Ognuno collabora e decide. Qualcuno di ogni comitato partecipa al Ruigring, in cui i progressi vengono discussi mensilmente!

concerto di Francis Kuipers

E passano gli anni, di musica e happenings, Amsterdam è a 10 chilometri, dal Melkweg al Roxy e nei primi anni ’80 agli spettacoli al Paradiso; la fama internazionale di Ruigoord è dovuta principalmente alla Amsterdam Ballon Company (ABG), un gruppo performativo di musicisti, poeti, artisti visivi, clown e persone attive che negli anni hanno dato forma e contenuto al rinomato festival Landjuwelen che si tiene ogni anno in agosto.

«Nei suoi quasi cinquant’anni di esistenza, il villaggio non è statodemolito grazie alla comunità residente, che per resistere ha più volte modificato i suoi confini ideologici». Oggi l’esperienza comunitaria di Ruigoord integra anche una struttura pubblica con un’offerta di programmi molto diversificata. Sono numerose le situazioni creative di scambio culturale e artistico, come gli eventi del Solstizio e la piattaforma educativa: «Accademie per un pubblico diversificato che trascende le generazioni. Per costruire sia una comunità fisica che una comunità di online e quindi creare ponti tra varie comunità alternative nel mondo».

La scena beat
In questo contesto il 9 Ottobre scorso si é tenuto un evento per celebrare il centesimo anniversario della nascita di Jack Kerouac, organizzato da Hans Plomp, Yvonne van Doorn-Mousset, Rene van der Vort e Jaap van der Bent e John Solt. Con Francis Kuipers «Un tributo di musica, poesia e prosa ai pre-Beats preminenti, con i Beats e i post-Beats , qui e andati». Alla serata si è collegato Ed Sanders con zoom da Woodstock N.Y. che ha ricordato la beat generation raccontando Jack Kerouac e i poeti beat, anche cantando un brano improvvisato post-Fugs per l’occasione. Le letture al reading erano tratte da poesie di: Gregory Corso The whole mess… Almost, Poets hitchhicking on the Highway, Marriage; Diane di Prima Keep the Beat; Lawrence Ferlinghetti Baseball Canto; Allen Ginsberg America; Jack Kerouac selection of Haiku; Gary Snider Riprap; Anne Waldman Baby s Pantoum; Ruth Weiss Summer 1950.

«Beatude Attitude Venti 22» è stato il titolo della serata. Conferenze e reading al Salon Ruigoord, testimonianze e spettacoli nella chiesa. Una grande chiesa sconsacrata nel ’73 e diventata uno spazio libero. «L’edificio del 1880 è oggi uno spazio espositivo, un auditorium, uno spazio per concerti, un seggio elettorale, una sala per banchetti, un luogo per matrimoni e lutti, un laboratorio, un bar/ristorante, una sala riunioni, un laboratorio e un focolaio per molte attività ed eventi a Ruigoord». Nella Chiesa-Dub per ricordare la beat generation, il reading dei poeti e la danza di poesia avant-garde Giapponese. Al Salon i collegamenti con gli Stati Uniti e il concerto di Francis Kuipers, amico di lunga data di Gregory Corso, che accompagnato dal suo bassista ad Amsterdam Sam Tjioe ha eseguito alcuni dei suoi migliori pezzi folk super-guitar di naturale ispirazione on the road.

Bob Yarra, che ha curato il reading dedicato a Jack Kerouac è un importante avvocato di San Francisco specializzato in immigrazione. Amico di lunga data di Gregory Corso, Bobby ha trascorso gran parte del suo tempo in California, dove ha aiutato migliaia di lavoratori agricoli soprattutto messicani a ottenere lo status legale negli Stati Uniti. Nel 2001 ha creato la Golda Foundation per aiutare e promuovere gli artisti bisognosi. Attualmente sta lavorando ad un libro di poesie, prosa, interviste e foto di Ira Cohen, in collaborazione con The Lithic Press, che recentemente ha pubblicato le poesie postume di Gregory Corso The Golden Dot.

«A diciassette anni ho letto On the Road di Jack Kerouac e, come migliaia di persone prima di me, ho sentito un legame immediato con Jack e la sua frenetica, poetica, folle ricerca di bellezza, calci e libertà, nel vuoto di questa strana e dritta America. Ero un ragazzo alienato che viveva per le ragazze e le risse, quindi il mondo di Jack aveva perfettamente senso per me. Ho riconosciuto uno spirito affine che non ha accettato il sogno americano” (dall’intervista a Bobby Yarra di Michael Limnios su blues.gr)

A un certo punto della serata si è collegato da Woodstock Ed Sanders, poeta americano, cantante, attivista, autore, editore e fondatore del gruppo rock The Fugs. Il collegamento avveniva con Zoom tra sbalzi di connessione , ma il pubblico era molto attento e la testimonianza in-video di Ed Sanders è stata interessante: «Kerouac era uno miei eroi e i suoi libri come Big Sur, Dharma Bums e specialmente I Sottterranei erano per me come dei testi religiosi. Certo che lui non era sempre così amichevole. Come raccomandava Allen Ginsberg bisognava essere sempre gentili con lui, anche quando ti insultava o era detestabile, specialmente dopo il suo scivolamento a destra, probabilmente alimentato dal suo alcolismo, quando nel 1965 supportava l’elezione di William F. Buckley a sindaco di New York. Rispettavo troppo la sua scrittura e, continua Sanders, non avrei mai litigato con lui. Anche se i miei occhi erano pieni di polemica, come poeta, editore e con i Fugs ero ben preparato a rimandare indietro delle affilate canzonature». Ed ha inoltre voluto ricordare Jack Kerouac in musica con una canzone. Difficile poterla riascoltare in quanto la diretta non era probabilmente registrata, solo un effimero protocollo I.P. temporaneo per un ascolto in tempo reale.

A seguire un altro collegamento con la scrittrice americana Joyce Johnson che ha parlato, come nel suo libro Minor Characters della sua relazione con Kerouac e di come le donne non erano apprezzate dai Beats. Poi di nuovo un altro reading, questa volta di Louise Landes Levi intitolato «Io sono Kerouac» ha espresso in poesia la sua esperienza ad Amsterdam negli anni 70 e 80, «quando Jack Kerouac nominava come suoi emissari i poeti della scuola di poetica disincarnata (JK aiku)». Continua Louise: «Sono un’altra delle figlie non riconosciute di Jack Kerouac? O almeno una sua erede anche se c’è da dire che i Beats erano in qualche modo misogini. Non apprezzavano propriamente il femminile sociale. Lo facevano acclamando la Dea, la grande SHAKTI della tradizione sanscrita e la Shekinah giudaica, come Allen Ginsberg proclamava Kadosh Kadosh, Santa, Santa, questa creazione esistente. Siamo oggi di fronte ad una totale calamità, guardate ai Beat, ancora, per affermare il senso della comunità, per il rifiuto della dottrina della guerra e per la difesa della Terra.

Ruigoord galvanizza queste aspirazioni, mantiene il codice e non si trasforma nella solita istituzione. Rimane come centro di innovazione creativa, senza polizia.
I BEAT insistono sulla liberazione di CORPO, Mente e Parola – trasformano quella che era diventata tradizione accademica in un’estensione vivente dell’AMORE, infatti eseguono un’alchimia spirituale. Per quando la marea del disastro si disintegrerà e tutto sarà lasciato, sarà il sapere del dimorare ovunque, in un estatico NESSUNO senza inizio. (A Ruigoord con Louise Landes Levi – Cuore/BATTITO, radice & strada, Ari Peterse & Kamee Frieling – Di nuovo sulla strada, testo e ballo di Ewan Clark – Trip Trap: Sulla strada che scompare).

E Hans Plomp, lo storico fondatore e catalizzatore delle lotte di Ruigoord insiste: «abbiamo dei piani di sviluppo: una Nave-Mondo (Earthship), un labirinto di statue, ecc. In fondo stiamo aspettando la fine del sistema di governo, che si autodistruggerà. Stiamo accogliendo molti gruppi di insegnanti, politici, bambini. L’Accademia Ruigoord offre lavoro e laboratori, insegnamenti e rituali per una nuova consapevolezza della Vita. Solo dagli artisti. Nessuna religione o politica. È essenziale riconoscere gli spiriti affini nelle nuove generazioni ed è importante che loro ci riconoscano. Soprattutto le donne e i bambini devono sentirsi al sicuro qui e molti sono i giovani che arrivano in cerca di amore e connessioni. Ruigoord è un luogo in cui gli umani liberi possono scoprire come essere umani. Per me la poesia è profetica. Altrimenti sono chiacchiere. I poeti Beat avevano questo senso della profezia. Ecco perché a Ruigoord li adoriamo come spiriti affini, con un profondo senso di amicizia poetica.

Ruigoord «ideale di molti utopisti», ha un forte legame con il movimento beat e continua con i messaggi di Plomp e Hellinga dei tempi passati, anche oggi: «Earth First!, No Compromise!, No Violence! Abbiamo visto una crepa. L’uomo aveva bisogno di terra, di libertà e spazio per la fantasia», secondo i Beats e i Krakers di Amsterdam. Nel 2017 la Fondazione Ruigoord ha firmato un nuovo contratto con l’Autorità Portuale. La sopravvivenza del villaggio è così assicurata almeno fino al 2027.

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