Un anno fa finì in gloria: 20-18 allo stadio Franchi di Firenze. Per la prima volta nella sua storia l’Italia aveva sconfitto il Sudafrica, evento quasi inimmaginabile per una squadra reduce da una lunga striscia di sconfitte. Parve a molti un luminoso viatico verso il successivo Sei Nazioni, la prova evidente che il lavoro di Conor O’Shea, da pochi mesi giunto a guidare la nazionale azzurra, stava già dando frutti dorati. Una settimana dopo Tonga ridimensionò i troppi entusiasmi e in primavera giunse l’ennesimo e impietoso cucchiaio di legno nel massimo torneo continentale. Fu chiaro allora che il cammino da percorrere era lungo e non vi era scorciatoia di sorta. Non era stato un «miracolo», quello di Firenze: gli Springboks erano in uno stato di crisi profondissima e al tempo stesso gli azzurri avevano azzeccato la partita perfetta, quella che riesce una volta ogni tanto.

Domani a Padova (15.00, Dmax) le due squadre si ritrovano per la quattordicesima volta. E’ l’ultimo dei tre test match di novembre della nazionale italiana. Non è il caso di invocare miracoli. Il Sudafrica occupa il quinto posto nel ranking mondiale, gli azzurri sono risaliti di una posizione grazie al successo su Figi e sono tredicesimi. Entrambi i contendenti sono alla ricerca di solide certezze: per i bokke è un periodo di transizione, la ricerca di un gioco più adatto alle caratteristiche del rugby moderno, un percorso non ancora compiuto; l’Italia fa i conti con le sue carenze strutturali e tenta di uscire da quel limbo di mediocrità nel quale si è ritrovata nelle ultime stagioni. Deve riuscirci in tempi brevi. E deve guardarsi alle spalle, perché nel vecchio continente ci sono realtà che, sebbene più povere e meno appetibili per lo showbiz le cui regole tutto comandano, danno segni di grande vitalità: Georgia (12° posto nel ranking) e Romania (14°), quest’ultima nostra vecchia conoscenza fin dai tempi della coppa FIRA. Sabato scorso i georgiani, che già avevano sconfitto il Canada, si sono battuti alla pari contro i gallesi: a Cardiff è finita 13-6 con una sola meta dei dragoni. Nella stessa giornata la Romania ha battuto Samoa 17-13. Stagione dopo stagione, georgiani e rumeni stanno migliorando a vista d’occhio, mentre il Giappone (11°) si mette in mostra in vista dei mondiali che ospiterà nel 2019.

Gli Springboks non hanno cominciato bene il loro tour europeo. Due settimane fa a Dublino sono stati travolti (38-3) da un’Irlanda sempre più forte e interessante che ormai occupa saldamente il quarto posto nella classifica mondiale. Poi c’è stata Parigi, la sfida con la Francia, resa più pepata da quanto accaduto poche ore prima, quando World Rugby aveva assegnato ai transalpini l’organizzazione dei mondiali del 2023: all’ultima votazione il favoritissimo Sudafrica aveva raccolto solo 15 voti contro i 24 dei francesi. Tenuto conto del valore economico della posta in gioco, una beffa ben peggiore di quella riservata all’Italia sull’Agenzia europea del farmaco. Allo Stade de France gli Springboks sono dunque scesi in campo con il coltello tra i denti e tanta voglia di vendicarsi dello sgarbo subito. E’ finita 18-17 per loro, due mete per parte e una partita più che combattuta. Qualcuno dirà per demerito della Francia, che di questi tempi ha molti problemi tecnici da risolvere, eppure non erano molti a scommettere su una vittoria del Sudafrica.

La sconfitta subita sabato scorso a Firenze dall’Argentina non è stata facile da digerire. Fin che ha potuto l’Italia ha giocato alla pari, ma quando il ritmo del gioco si è alzato per gli azzurri è calato il sipario. Allo stato attuale le buone notizie sono due: un pack che sta migliorando (ma oggi il confronto con quello sudafricano sarà un test difficilissimo) e un primo centro come Tommaso Castello, potenza e sostanza, che prima o poi sarebbe bello vedere in coppia con Campagnaro. Tutto il resto è un cantiere aperto, a cominciare dal gioco alla mano per finire alla difesa e ai placcaggi. Rispetto al match con i Pumas ci sono due cambi: all’ala Leonardo Sarto (male con gli argentini e rientrato nel suo club) lascia il posto a Angelo Esposito mentre in terza linea il giovane Giovanni Licata è schierato dal primo minuto con Francesco Minto in panchina. E’ previsto maltempo e il campo pesante sposterà sui pacchetti di mischia molta parte del lavoro: «Sarà una gara non spettacolare e sicuramente molto chiusa», ha avvertito Sergio Parisse, e dunque saranno decisive le fasi di conquista. Fango e pioggia non sono particolarmente graditi dagli Springboks, ma la lotta nei raggruppamenti è il loro pane quotidiano. Formidabile la loro seconda linea formata da Lood De Jager e dal capitano Eben Etzebeth.

Italia: Hayward; Esposito, Boni, Castello, Bellini; Canna, Violi; Parisse, Steyn, Licata; Budd, Fuser; Ferrari, Bigi, Lovotti.
Sudafrica: Coetzee; Leyds, Kriel, Venter, Skosan; Pollard, Cronje; Vermeulen, du Toit, Louw F.; De Jager, Etzebeth; Louw M., Mbonambi, Mtawarira.
Gli altri match in programma: Scozia-Australia, Inghilterra-Samoa, Galles-Nuova Zelanda, Irlanda-Argentina, Francia-Giappone, Georgia-Stati Uniti, Romania-Tonga.