Nel 1932, quando le grandi rivoluzioni della fisica contemporanea erano oramai compiute, uno dei padri della meccanica quantistica, Max Planck, annotava: «la prima e la più importante qualità di ogni modo di pensare, che voglia dirsi scientifico, deve essere la netta distinzione tra l’oggetto esterno dell’osservazione e la natura soggettiva dell’osservatore». Questa separazione drastica, tra la cosa osservata e l’osservatore, sembrava in effetti del tutto scontata, anche quando si avesse a che fare con enti fisici che sfuggono alla percezione diretta degli esseri umani. Ma cosa è mai un oggetto fisico? È un ente-individuo, che ha un posto nel mondo...